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A Roma i ristoranti del clan

di Norma Ferrara il . Lazio

Grazie ad alcuni prestanome e società fittizie avevano messo le mani sul salotto buono della città. A Roma questa mattina la Direzione investigativa antimafia – insieme alla Dia di Reggio Calabria – ha eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di alcuni boss della cosca della ‘ndrangheta, Gallico, della provincia di Reggio Calabria. I beni sotto provvedimento giudiziario ammontano a circa 20 milioni di euro. I boss erano riusciti a investire  ingenti capitali in una serie di importanti locali nel settore della ristorazione,  bar e ristoranti ubicati in zone di pregio della Capitale. Coinvolta in particolare la cosca dei Gallico che sono radicati e operano nel territorio reggino di Palmi ma investono in gran parte del centro – nor. Gli investigatori della Direzione Investigativa Antimafia si sono soffermati sulla natura sospetta di una molteplicità di investimenti finanziari, come l’acquisizione del controllo di esercizi commerciali che hanno sollevato non pochi dubbi per l’estrema rapidità della compravendita, le modalità delle trattative, la provenienza delle risorse economiche.


I beni sequestrati. 
Tra i beni finiti sotto sequestro nell’ambito dell’operazione della Dia c’è la società “Colonna Antonina 2004 srl” che risulta intestata agli stessi proprietari del  famoso bar “Chigi” già sotto sequestro preventivo dalla Dia nel luglio 2011; il bar “Antiche Mura” in via Leone IV, a due passi dal Vaticano; il ristorante “Platinum” in via dei Banchi Nuovi, nei pressi di Castel Sant’Angelo.   Il direttore nazionale della Dia Arturo De Felice ha spiegato oggi durante la conferenza stampa: «L’operazione dimostra evidenti infiltrazioni della ’ndrangheta nella capitale. Una presenza concreta in relazione alla quale non possiamo far finta di niente e abbassare la guardia». Nel corso di un incontro con la stampa hanno partecipato anche il capocentro di Roma della Dia, ed il colonnello Gregorio De Marco e il dirigente della stessa Direzione Antimafia capitolina Giuseppe Puzzo.

Libera: 16 i locali sequestrati a Roma negli ultimi anni. «Plaudiamo l’operato delle forze dell’ordine, il sequestro di oggi è l’ennesima prova della forza di penetrazione delle mafie e non deve stupirci – dichiara Libera in una nota.”L’obiettivo delle cosche è fare affari, non ci sorprende la loro presenza dove è alta la possibilità d´investimento. L’operazione dimostra come bar, ristoranti e locali sono la una nuova frontiera degli investimenti della ndrangheta”. “Negli ultimi anni  – ricordano da Libera – sono ben 16 i locali sequestrati al clan Gallico e clan Alvaro solo nella capitale. I boss della ristorazioni usano i prestanome  per  società  che comprano e vendono rapidamente”. Una penetrazione che fa leva su meccanismi oramai consolidati sottolineano nella nota “Ristrutturano con  frequenza , giocano sui giri di fatture gonfiate , chiudono e  ricominciano da un’ altra parte con  un turn over frenetico che  necessita di una vigilanza e di un monitoraggio preventivo sui  contratti di acquisto  e sulle licenze e che deve richiamare alla responsabilità tutti gli attori preposti ai controlli preventivi per  debellare una delle nuove frontiere di investimento mafioso”.

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