Beppe Alfano, vent’anni dopo. Le iniziative e la diretta on line
Sono passati vent’anni dalla morte di Beppe Alfano, il giornalista di Barcellona Pozzo di Gotto ucciso dalla mafia l’8 gennaio del 1993. Negli ultimi anni numerose operazioni della magistratura e delle forze dell’ordine hanno cominciato ad aggredire le organizzazioni criminali che da decenni continuano ad operare nell’area del messinese.
Alfano le raccontò a due passi dai mafiosi: dalla latitanza del boss catanese Nitto Santapaola a Barcellona Pozzo di Gotto, sino agli scandali di corruzione e mafia locale che lambivano la politica, la massoneria e i boss che operavano nella provincia “babba” (sciocca, ndr) in cui ufficialmente in quegli anni non veniva riconosciuta l’attività della mafia. Un cronista solo, di fronte ai boss ma anche di fronte allo Stato. Uno che di mestiere faceva il professore alle scuole superiori ma che dalla mattina alla sera raccontava la sua città per un giornale “La Sicilia” che di lui poco sapeva. Cosi come poco sapeva anche l’Ordine dei giornalisti.
Oggi dopo vent’anni dal suo omicidio, l’Unione cronisti decide di consegnare la tessera alla memoria del cronista. (Clicca qui per leggere storia di Beppe Alfano)
La figlia, Sonia Alfano, impegnata in politica e con la società civile, presidente della Commissione europea antimafia, ha organizzato a Barcellona Pozzo di Gotto, due giorni di dibatti e incontri che è possibile seguire on-line sul portale www.soniaalfano.it
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