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Camorra, clan Ercolano minaccia edicolanti

di Arnaldo Capezzuto il . Campania, Senza categoria

Ossigeno per l’informazione – Il boss è in carcere e la moglie lo tradisce. È una notizia, i giornali la pubblicano E non c’e’ niente da fare. Ma il clan Ascione-Papale lo considera un affronto e vuole farlo sapere, a futura memoria. Lo fa sapere impedendo che entri nelle case di Ercolano raccontata con tanto di particolari attraverso i giornali locali. La soluzione è semplice: si minacciano gli edicolanti, uno per uno. Guai se oggi vendi questi giornali. Fai sparire le copie e togli di guai le locandine che strillano la notizia. Così il 7 dicembre scorso una notizia scoop di quelle che aumentano le tirature e le vendite dei giornali si e’ trasformata in un crollo delle vendite, in un episodio di censura che ricorda tempi lontani. titoli ‘incriminati’. È accaduto ad Ercolano, alle porte di Napoli, in Campania, in Italia lo scorso 7 dicembre. Era già accaduto poco lontano, a Castellammare di Stabia, il 1 ottobre 2011, quando un altro clan prese di mira il giornale Metropolis, che con uno scoop aveva annunciato il pentimento di un camorrista in carcere. La cosca per censurare la notizia prima fece irruzione nella redazione della televisione del quotidiano, bloccando la rassegna stampa video, e poi andò edicola per edicola a minacciare i giornalai, comprando tutte le copie di Metropolis per farle sparire dalla circolazione. L’episodio fece scandalo e per reazione qualche giorno dopo ci fu una mobilitazione per far circolare quel numero del giornale censurato. Un anno dopo Ercolano ha subito con rassegnazione.

L’antefatto. La vicenda che ha fatto tanto infuriare il clan parte da lontano: Antonella Madonna è considerata una lady camorra che, in assenza del marito Natale Dantese, relegato al carcere duro (regime “41 bis”), ha preso in mano le redini della cosca. Paga gli affiliati, gestisce usura e racket, ordina pestaggi, dirime le liti tra sottoposti. Insomma un vero boss in gonnella.
Però resta una donna ed a un segreto: ha perso la testa per un altro uomo, un marittimo. La relazione extraconiugale dura ormai da mesi quando i parenti del padrino lo vengono a sapere. I due amanti vengono intimiditi e picchiati. Dal carcere il boss al “41 bis” intima agli affiliati di stare calmi, di lasciar stare la donna, di permetterle di vivere la vita che vuole. La generosità, tuttavia, è solo di facciata. La censura. La prima a capirlo è proprio Antonella Madonna, che si sente in trappola e ad un certo punto decide di collaborare con le forze dell’ordine, permettendo ai carabinieri di compiere i sei arresti per racket, eseguiti lo scorso 6 dicembre. Dalle 332 pagine dell’ordinanza sottoscritta dal gip su richiesta dei pm della Dda di Napoli emerge anche la relazione extraconiugale della donna. La notizia è ghiotta, fa capire come e da che cosa è nata la decisione di “pentirsi”. Ed è naturale che finisce sui quotidiani del giorno seguente. Antonella evidentemente l’aveva messo nel conto. Ma per il clan e il suo boss è un grave affronto far sapere che hanno lasciato correre senza esercitare la violenza disumana con cui i boss regolano queste vicende quando si sentono offesi addirittura nell’onore. Insomma, la vicenda è piuttosto scabrosa, ed è scappata di mano. Così, in un estremo tentativo di oscurare la realtà, parte l’ordine: “questa notizia non deve circolare, va censurata”. E va fatto capire a tutti, giornalisti, ‘sbirri’ ed edicolanti che noi su queste cose non facciamo sconti a nessuno.
Così la mattina del 7 dicembre gli affiliati si mobilitano con un pressante passa parola. Vanno edicola per edicola, strappano le locandine, ‘consigliano’ agli edicolanti di dire che i quotidiani non sono usciti e di nascondere le copie. I consigli sono stati scrupolosamente seguiti. Il clan ha dimostrato che ad Ercolano è inutile scrivere certe notizie e pubblicarle sui giornali senza la loro autorizzazione.
Clicca qui per leggere la risposta della Fieg sull’accaduto – a cura di  Asp per Ossigeno per l’informazione

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