Genova, on the road again: tre venerdì nel cuore dei vicoli
Presidiare nel nostro vocabolario significa difendere e controllare una cosa o un luogo. Ma cosa voglia dire esattamente, per noi di Libera, presidiare un luogo, questa è una domanda alla quale riusciamo a rispondere solo con un’azione di testimonianza reale. Noi siamo il Presidio Francesca Morvillo di Genova e in questo autunno caldo per la società italiana, in questo periodo di grandi incertezze, cerchiamo di vivere e far vivere il nostro territorio, convinti che questo debba essere sempre il punto di partenza.
Partiamo, quindi, da un piccolo, grande spazio: pochi metri quadrati “In scia stradda” (per i non genovesi, sulla strada/per gli ‘internazionalisti’, on the road), una bottega nel cuore pulsante dei vicoli di Genova: strappata alla Mafia che la usava come luogo franco. Ora al posto di un deposito mafioso c’è una bottega solidale gestita da una cooperativa (Il pane e le rose) con i ragazzi della Comunità di San Benedetto al Porto di Don Andrea Gallo. Con loro ci siamo anche noi per far sì che da quel luogo si diffonda un nuovo modo di vivere i vicoli di Genova, quelli illuminati dalle insegne dei locali ma anche quelli rischiarati dal fascino dei suoi abitanti e frequentatori. È un cammino lungo e difficile nel quale però non mancano i compagni di viaggio spesso impegnati quanto e più di noi. Il racconto di tre belle giornate è una tappa di questo cammino: tre venerdì sera di Ottobre passati a vivere quello che è un vero presidio in casa nostra. Cercando di cambiare un po’ le abitudini di strade sopite e abituate a essere ignorate. C’è stata musica e proiezioni di documentari, ci sono stati aperitivi e visite artistiche alle bellezze nascoste in questo cuore antico, oltre che a cene preparate senza timore sotto una pioggia battente con tanta, tanta gente presente.
Ci siamo ritrovati in quelle strade: abbiamo portato amici e attirato persone che non ci conoscevano; abbiamo portato, soprattutto, la testimonianza di Libera che vive in un sacco di ragazzi del presidio che quotidianamente si rifiutano di provare timore nella propria città, di avere paura della loro città. Con gli amici del “patto per lo sviluppo della Maddalena” che da anni si battono affinché si cambi la mentalità di chi vi abita e di chi vive i vicoli, ma anche di chi, da fuori, li giudica sentenziando o, peggio ancora, li ignora Con loro e con i ragazzi della Comunità di San Benedetto abbiamo dimostrato che ogni centimetro di quei vicoli è terra libera per tutti i cittadini che vogliono viverla.
Questo è successo nelle tre serate: abbiamo riso e scherzato, coinvolto e informato persone, letto poesie alla luce della bottega In Scia Stradda, organizzato un aperitivo e raccontanto la storia che ci ha portato a presidiare quel bene confiscato, proiettato un documentario sulla morte di Borsellino, ricordando e informando su ciò che è stato, assaggiato il caffè allo zenzero che la comunità di San Benedetto ha iniziato a produrre nella Repubblica Domenicana, cenato e danzato. Ci vorrà ben altro per raggiungere lo scopo che ci siamo prefissati, ma sappiamo anche che sono le azioni costanti e condivise, le testimonianze, la presenza, il segno -pur piccolo- che è possibile lasciare nei luoghi e nelle persone, a fare la differenza. Una cosa è sicura: non ci fermeremo, continuando a presidiare, confortati da tutte le grandi e piccole iniziative che quotidianamente vediamo nascere per sviluppare un’altra idea di società. Quel piccolo angolo di mondo “sulla strada” che ci siamo sentiti in dovere di presidiare, ci cambia e ci ha cambiato: è anche per questo che gli ricambiamo il favore con il nostro impegno quotidiano.
Perchè “in scie stradde” la gente possa scenderci e viverle tutti i giorni, senza più paura.
* a cura del presidio di Libera Genova
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