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Le mani della criminalità sul traffico di allucinogeni sintetici

Di Piero Innocenti il . L'analisi

I sequestri, avvenuti di recente a Milano e Roma, rispettivamente, di tre litri di cloridrato di metamfetamina con circa 300 grammi della stessa sostanza in cristalli e di un paio di chilogrammi di amfetamine (quantitativi di tutto rilievo), hanno fatto riaccendere i riflettori sul traffico delle droghe prodotte in laboratorio. Sebbene in Italia, sino ad oggi, non sia mai stato individuato un laboratorio dove vengono “disegnate” tali droghe la cui provenienza è, per lo più, da alcuni paesi europei, tuttavia lo spaccio è decisamente fiorente dando uno sguardo ai dati statistici degli ultimi anni (Direzione Centrale per i Servizi Antidroga del Dipartimento della Pubblica Sicurezza). Se i sequestri di stupefacenti, in generale, rappresentano, ai fini di un’analisi strategica, un’importante indicatore della tendenza del consumo quando si prenda in esame un’adeguata serie temporale, sembrerebbe che negli ultimi anni il mercato degli allucinogeni sintetici sia sostanzialmente stabile e molto appetibile per la criminalità.
Dal primo gennaio 2008 al 6 ottobre 2012, il contrasto al traffico di droghe sintetiche svolto dalle forze di polizia, ha portato alla denuncia alle varie Procure della Repubblica, di ben 1.677 persone di cui 1.227 in stato di arresto. Consistente il quantitativo globale di amfetamine e metamfetamine intercettato: oltre 200 kg e più di 230mila pasticche. Solo in questi primi nove mesi 18.927 le dosi/compresse sequestrate ( nel 2011 furono 16.573)e poco più di 38 kg di amfetamine (39 kg nel 2011, con i sequestri più rilevanti in Lombardia con 16,8 kg, seguita dal Lazio con 15 kg e dall’Emilia Romagna con 2,71 kg. Limitatamente al 2012, le persone denunciate sono state 330 di cui 270 arrestate in flagranza di spaccio. Dal primo gennaio 2000 al 5 ottobre 2012 sono state tolte dal mercato illecito ben 3.066.308 pasticche di amfetamine, con il picco dei sequestri – 579.349 compresse – nel 2000. Atteso che la repressione nel settore del narcotraffico, per quanto sia innegabile e lodevole l’impegno della forze di sicurezza, comporta una percentuale piuttosto bassa dei sequestri (si stima dell’ordine del 15-20%) rispetto al volume totale di droghe immesso sui mercati, se ne deve dedurre che il mercato delle “designer drugs” (o “droghe d’autore”) è ancora piuttosto florido. Oltretutto, il profilo “tabellare” di tali sostanze è oggetto di continui aggiornamenti ( attraverso il Sistema Nazionale di Allerta Precoce attivato presso il Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri), in conseguenza delle ricorrenti rilevazioni della presenza sul mercato illecito di nuove molecole di sintesi che presentano varianti, anche modeste, rispetto alla struttura chimica di quelle già note. Tra il 2009 e il 2010, sono state inserite nelle “tabelle” allegate alla legge sugli stupefacenti molte sostanze, ma è solo da poco più di un anno che si è registrata una maggiore attenzione alle droghe di origine sintetica. Sono, infatti, dell’11 maggio e del 29 dicembre 2011 i due decreti del Ministero della Salute che hanno proibito il gruppo dei cannabinoidi sintetici del gruppo JWH ( dal nome dell’inventore, il chimico John W. Huffmann) e di altre sostanze di “ultima generazione” quali il “butilone” e l’AM-694. Fonti qualificate sanitarie riferiscono che ogni molecola ad effetto stupefacente può essere sintetizzata in centinaia di intermedi di reazione. In relazione a questa “elasticità” del prodotto, il cui dosaggio e la stessa composizione chimica sono ampiamente variabili, il riconoscimento della durata e della tipologia degli effetti sono effettuati dallo stesso compratore in modo semplice, attraverso i simboli, i caratteristici logo impressi sulle pasticche (ad es.il quadrifoglio, il tulipano, il cavallo, il cammello, il dollaro, il cuore e moltissimi altri). Il bacino di utenza è quello giovane, di età scolare, il cui modello di consumo presenta le caratteristiche della occasionalità e instabilità. C’è, poi, una evidente differenziazione del livello di consumo per area geografica da cui risulta che il Centro-Sud è meno interessato al fenomeno e ciò, probabilmente, in relazione a fattori ambientali , di tipo culturale, ma anche alla maggiore offerta, a livello locale, di altre sostanze, quali la cannabis e i suoi derivati. In effetti, con riferimento al periodo 2009/2011 e ai primi dieci mesi del 2012, si rileva che, mentre in Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte, i sequestri di pasticche di amfetamine sono state dell’ordine di diverse migliaia e di alcune decine di chilogrammi di sostanza in polvere, nel Sud Italia i quantitativi sono davvero  modesti: in Calabria solo 8 pasticche e 10 grammi in polvere; in Basilicata, 101 compresse; in Molise, 39 compresse e 100 grammi in polvere; in Puglia, 313 pasticche e 260 grammi in polvere; in Abruzzo, 10 grammi in polvere.

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