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Lea Garofalo, si attende conferma sul Dna del corpo ritrovato in Brianza

Di redazione il . Lombardia

I resti di Lea Garofalo uccisa per aver testimoniato contro i clan, sarebbero stati trovati in un campo della Brianza. Si attende l’esito del Dna per averne la conferma. La notizia non è ancora stata ufficializzata. Lo sarà se il Dna confermerà quanto sospettato dagli inquirenti. In quel caso si tratterà di una svolta nell’inchiesta sulla morte della testimone di giustizia, figlia di un boss della ‘ndrangheta di Petilia Policastro che nella notte tra il 24 e il 25 novembre 2009 venne uccisa e fatta sparire dall‘ex compagno Cosco, un pregiudicato calabrese residente a Milano. 
Quello che sapevamo. Dall’inchiesta sulla morte della donna si sapeva che il corpo, dopo l’uccisione, era stato fatto sparire dagli assassini,  sciogliendolo nell’acido.  Le indagini che hanno condotto al processo, conclusosi in primo grado a Milano con sei condanne, sono state basate principalmente su testimonianze de relato e sui movimenti degli imputati, a cui si è risaliti attraverso le celle agganciate dai loro cellulari. 
Stasera su Rainews, nel programma dell’Osservatorio sui Tg,  un approfondimento sulla storia di Lea Garofalo in compagnia di Marika Demaria, la giornalista di “Narcomafie” che per la sua testata e per Libera Informazione ha seguito tutte le udienze del processo. Un  procedimento giudiziario in buona parte ignorato dai mass media nazionali che hanno scelto di dedicare – come sottolineato più volte dal presidente della Federazione nazionale della Stampa, Roberto Natale – ore di programmazione a singoli delitti individuali, mancando l’occasione per raccontare questo delitto che è “una notizia di rilevanza sociale”. E che parlava di mafie al Nord. 

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