NEWS

Caso Rende, la Srl gestita dai clan

Di Pablo Petrasso per il "Corriere della Calabria" il . Calabria

Perché un Comune che già sente i morsi della crisi si imbarca in una fallimentare operazione economica da otto milioni di euro? La risposta a questa domanda è il filo conduttore dell’inchiesta della Dda di Catanzaro che ha portato agli arresti domiciliari di Umberto Bernaudo, ex sindaco di Rende, e dell’ex assessore al Bilancio dello stesso Comune, Pietro Ruffolo.
La risposta, però, si tira dietro diverse circostanze inquietanti. La prima: gli otto milioni sono stati investiti per salvare una società in house, la Rende Servizi (prima del 2008 era una coop e si chiamava Rende 2000), nella quale erano stati assunti in blocco dei lavoratori legati alla cosca Lanzino. La seconda: questa cooperativa assorbita dall’amministrazione comunale funzionava come una macchina del consenso, diretta da Michele Di Puppo (arrestato anch’egli, ma era già in carcere) e indirizzata alle carriere politiche dei due esponenti del Pd rendese, candidati ed eletti alle provinciali del 2009.
In mezzo a queste due certezze, c’è lo spazio per una diversa valutazione, quella offerta dalla Procura e dal giudice per le indagini preliminari, sulla contestazione ai due dell’aggravante mafiosa. Per il procuratore capo, Vincenzo Lombardo e per l’aggiunto Giuseppe Borrelli «siamo davanti a un caso di scuola di concorso esterno in associazione mafiosa», per il giudice no. Perché – è Borrelli a spiegare la scelta del gip – nella riassunzione di tutti i lavoratori della Rende 2000 nella Rende Servizi non si sarebbe manifestato alcun vantaggio per la cosca.
A parte le divergenze tecniche, ciò che resta è l’immagine scalfita di un modello caro al centrosinistra. Un modello che, dice Lombardo a margine della conferenza stampa in prefettura, a Cosenza, «si preoccupava di assumere nella cooperativa pensata per il reinserimento sociale non i più deboli, ma quelli con i santi in paradiso». Santi politici e criminali: «Nella Rende Servizi lavorano parenti del latitante Ettore Lanzino (ritenuto il capo della criminalità cosentina, ndr) e molti soggetti legati alla cosca. E lo stesso Lanzino, prima di darsi alla macchia, era tra i dipendenti della Rende 2000». Un quadro fosco, rafforzato dai numeri fallimentari della gestione. La società in house aveva un volume d’affari oscillante tra 1,4 e 2,2 milioni di euro e spese molto superiori a queste cifre. Era destinata al fallimento, ma il Comune si adoperò per salvarla, cedendole un immobile valutato intorno a 8 milioni di euro per permetterle di contrarre dei mutui e pagare gli stipendi. «Un disastro economico – dicono ancora Lombardo e Borrelli –; i servizi offerti dalla società non sarebbero mai bastati a coprire le spese».

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link