Taranto, sgominato il clan Modeo
Duro colpo al clan Modeo. Con l’operazione “Centauro” gli agenti della Squadra Mobile di Taranto hanno arrestato 24 persone su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce. Gli arrestati sono accusati di far parte di un gruppo dedito al traffico e allo spaccio di droga. Alla guida del clan ci sarebbe il tarantino Giulio Modeo, 29 anni, già in carcere per altri reati, figlio del noto boss della Nuova Camorra Pugliese, Claudio, e nipote del famoso capoclan Tonino, alias “Il Messicano”, assassinato in un agguato a Bisceglie, in provincia di Bari, nel lontano 1990.
Gli investigatori ritengono che il sodalizio gestisse il mercato degli stupefacenti nell’area jonica approvvigionandosi da Brindisi e Taranto. Dalle innumerevoli intercettazioni si è scoperto che tra i clienti del gruppo di trafficanti figurava anche l’ex pentito di mafia Osvaldo Mappa, deceduto il 2 aprile del 2008 in seguito alle gravi ferite riportate in un attentato avvenuto nel quartiere Paolo VI. Nessuno degli arrestati è accusato di quell’omicidio, ma gli inquirenti sospettano che il movente fosse collegato ad una lotta per il controllo del traffico di stupefacenti.
Per sfuggire ai controlli delle forze dell’ordine gli spacciatori, sotto la guida del giovane Modeo, occultavano la droga in luoghi pubblici condominiali delle palazzine del quartiere Paolo VI. E’ anche successo che un’intera fornitura di sostanza stupefacente, nascosta nel vaso di fiori di un balcone, andasse completamente distrutta perché l’ignara inquilina dell’appartamento al primo piano innaffiò abbondantemente la pianta. Nel corso della lunga inchiesta, durata cinque anni, sono stati sequestrati dai poliziotti circa quattro chili di eroina ed un chilo di cocaina.
“Nonostante gli interventi continui da parte delle forze dell’ordine e l’impegno da parte dell’autorità giudiziaria – ha affermato il Procuratore Capo di Lecce, Cataldo Motta – la mala riesce a rigenerarsi. E’ una battaglia difficile che comunque riusciremo a vincere. Quest’operazione importante dimostra come il traffico di droga venisse diviso in più gruppi, anche di un certo rilievo, tenuto conto della presenza di Giulio Modeo che gestiva in prima persona l’attività illecita. Gruppi di medio livello erano collegati con altri di livello superiore e dalle intercettazioni emergono spunti che farebbero pensare ad associazioni di tipo mafioso”.
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