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Ddl anticorruzione, il “si” della Camera

Di redazione il . Istituzioni

La Camera ha votato la questione di fiducia posta dal governo 1 sul ddl anticorruzione. I voti a favore sono stati 460, 76 i contrari e 13 gli astenuti. L’aula di Montecitorio è convocata domani mattina alle 9.30 per il voto finale sul provvedimento, già approvato dal Senato.

In sintesi le norme approvate riguardano:
La “Commissione per la trasparenza delle amministrazioni pubbliche”,  diventa l’Authority anticorruzione e si occuperà di prevenzione, contrasto, ispezione e sanzioni. Inoltre, saranno pubblicate notizie su procedimenti amministrativi, costi di opere e servizi, monitoraggi su rispetto tempi. Ogni istituzione avrà indirizzo posta elettronica per  comunicare con cittadini. Saranno pubblicati ruoli, incarichi e  retribuzioni. Chi ha svolto ruoli dirigenziali nella P.A. non potrà prima di tre anni svolgere analoghi ruoli con privati che lavorano con P.A. Corsi di etica nella Scuola per la Pubblica Amministrazione.

“White list”: Da anni richieste vengono finalmente rese obbligatorie in ogni Prefettura. Si tratta di un elenco delle imprese virtuose, cioè che non hanno precedenti indagini, o altro, per mafia. 
Arbitrati: Come si legge nel testo: “per farli serve autorizzazione motivata. E a rappresentare l’amministrazione sarà un dirigente o un consulente. Non vi prenderanno parte i magistrati”.
Appalti:  I condannati per reati gravi come corruzione e mafia non potranno più fare appalti con la Pubblica amministrazione. 
Liste pulite in Parlamento: si dà la delega al governo a legiferare entro un anno su incandidabilità e incompatibilità dei candidati a cariche elettive nel caso in cui siano stati condannati a più di 2 anni per delitti contro la P.A. o di grave allarme sociale.
Reati contro la Pubblica amministrazione:  aumentano le pene quasi per tutti ad eccezione della ‘Concussione per induzione: per questa si passa
da 3 a 8 anni, rispetto agli attuali 4-12. Si punisce anche il privato che dà o promette denaro o altra utilità.
Traffico delle influenze illecite Per il primo il carcere è da 1 a 3 anni e si punisce chi sfrutta sue relazioni con il ‘decisore pubblicò per farsi dare o promettere denaro o utilità come prezzo della mediazione illecita o per remunerare il pubblico ufficiale. Stessa pena si applica a chi dà o promette denaro o altro vantaggio.  
Corruzione tra privati:  sono puniti da 1 a 3 anni i vertici che,  compiendo od omettendo atti in violazione dei propri obblighi d’ufficio o di fedeltà, cagionano danno alla società.

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