Corruzione, un insopportabile costo sociale ed economico
La corruzione è una mega tassa occulta ed iniqua che colpisce soprattutto i più deboli della società, che inquina i rapporti tra le persone e tra le aziende. Perché quella tangente pagata a uomini di potere, siano essi politici o imprenditori, fa lievitare i costi di qualsiasi opera, sottrae risorse ai conti pubblici ed alle aziende, facendo aumentare i deficit, il bisogno di altri introiti che si tramuta in tasse sparse su tutta la popolazione. I conti sono presto fatti: la corruzione costa circa 10 miliardi di Euro l’anno in termini di Prodotto Interno Lordo, l’onere sul bilancio pubblico arriva invece a 50-60 miliardi di Euro l’anno . E’ un fenomeno talmente radicato che, secondo l’inchiesta del professor Andrea Vannucci dell’Università di Pisa, 12 italiani su 100 si sono visti chiedere una tangente. E quasi tutti coloro che hanno subìto la richiesta hanno poi pagato, in qualche forma, anche non diretta di denaro. Ma se già questi dati sono preoccupanti, colpiscono ancora di più gli effetti di degrado etico e sociale del fenomeno: la delegittimazione delle istituzioni e della politica (accomunati spesso nell’opinione pubblica ad un sistema che non si riesce a debellare), il degrado del tessuto morale della classe dirigente nel suo complesso (anche imprenditoriale), la diffusione del qualunquismo del “così fa tutti” che diventa poi una sostanziale legittimazione della corruzione stessa in un circolo vizioso dove, alla fine, escono vincitori soprattutto i più forti ed i mafiosi, che della corruzione ,come delle minacce, sono maestri praticanti da sempre.
La corruzione tiene in ostaggio la democrazia e fa contestualmente calare la credibilità internazionale del nostro Paese: e quando un industriale vede l’Italia nelle parti basse della classifica dei paesi meno corrotti, ha comunque l’istinto di deviare altrove i propri investimenti, perché il costo della corruzione è ben più alto del costo del lavoro . Perché rende insicuro l’avvenire, esattamente il contrario del lavoro che invece dà sicurezza ad ogni tipo di investimento. Una corruzione che avvelena i rapporti, l’ambiente (basti pensare alle ecomafie ed ai rifiuti),intacca i legami sociali e tra persone, tiene in ostaggio molte istituzioni con il voto di scambio, impedisce un accesso al mondo del lavoro pulito e basato sul merito,dovrebbe far scattare l’allarme in qualsiasi società matura ed in chi la governa. Invece in Italia non è così: ed è un dato scandaloso, che non può che indignare le tante persone oneste di questo Paese. Ma com’è possibile che si tenti di svuotare di forza e potere una legge anticorruzione che dovrebbe invece vedere il Parlamento unito e solidale con chi la propone? Non è accettabile che si cerchino mediazioni e passaggi legislativi che svuotino di contenuti una legge così importante. Ma come si fa togliere il reato di falso in bilancio prima e ad impedirne la reintroduzione ora , quando tutti sanno che senza quella fattispecie di reato è molto difficile dimostrare la corruzione!
In Italia c’è una legge per l’utilizzo sociale dei beni sequestrati ai mafiosi ed ai corrotti,introdotta dal Parlamento sulla base di una petizione popolare lanciata da Libera di Don Ciotti che aveva raccolto ,nel 1994, più di un milione e mezzo di firme: ma sinora non si sono mai fatti sequestri di beni ai corrotti, per il semplice fatto che è stato quasi impossibile dimostrare la corruzione, per effetto di quelle leggi (dall’abolizione del falso in bilancio sino alla ex Cirielli sui tempi di prescrizione) volute dai governi Berlusconi che hanno di fatto portato all’impossibilità di processare i corrotti. Basti pensare che di fronte a 300 inchieste sulla corruzione della magistratura inquirente imbastite negli ultimi 4-5 anni, meno del 2% sono arrivate a condanna definitiva ed ancor di meno con pene detentive. Praticamente nulla; come dire che in Italia la corruzione non è sanzionata. Una vergogna per un paese che vuole essere ai vertici dell’economia e della democrazia mondiale, una vergogna per il futuro dei nostri figli, che hanno il diritto di vivere in una paese dove le regole, tutte, sono rispettate così come i diritti ed i doveri, e dove non ci siano furbizie, scambio di favori e di soldi,scappatoie di ogni genere, per cercare di farsi strada .
La legge Severino è un primo passo nella direzione di invertire la tendenza del ventennio passato. Ma la Convenzione di Strasburgo parla chiaro: la corruzione deve essere sradicata. Per farlo bisogna ripotenziare il Ddl approvato in Senato, riportare il falso in bilancio nelle leggi di questa nostra Italia, preservare e tutelare il diritto dei cittadini alla denuncia , potenziare il reato di concussione o induzione alla concussione, istituire e rendere operativa con mezzi ispettivi autonomamente finanziati ,una autorità nazionale anticorruzione che vigili sull’amministrazione pubblica. E vanno applicate da subito le norme per la incandidabilità dei politici ed amministratori condannati con sentenza definitiva.
Perché non è più tollerabile una società che ruba a sé stessa, dove i più forti mangiano le risorse per i più deboli, sottraendo quote di bilancio dello Stato ed opportunità di sviluppo alle persone che faticano a vivere e che per questo hanno più bisogno di lavoro,servizi sociali, investimenti nella cultura e nella scuola. In una società che cresce insieme, non può esserci spazio per la corruzione, i favoritismi, la violazione delle regole ed il deprezzamento di quella grande ricchezza costituita dai giovani e dalle menti brillanti della scienza, della cultura, del mondo del lavoro.
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