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Sciolto per mafia il comune di Reggio Calabria

Di no.fe. il . Calabria

La notizia è arriva nel tardo pomeriggio. Dopo alcuni giorni di attesa il Viminale ha sciolto per mafia il comune di Reggio Calabria. E’ la prima volta in 21 anni, da quando esiste la legge, che il provvedimento riguarda un capoluogo di regione. Lo scioglimento del comune di Reggio Calabria “è stato un atto sofferto fatto a favore della città” ha dichiarato il ministro dell’interno, Annamaria Cancellieri. L’amministrazione comunale era guidata dal sindaco Demetrio Arena. E’ già stato nominato Commissario, Vincenzo Perico, attuale Prefetto di Crotone.

La relazione del prefetto e le cause dello scioglimento

Il comune è anche in pieno dissesto finanziario e il ministro ha auspicato che la situazione possa migliorare sotto il commissariamento. Lo scioglimento è stato decretato “per la contiguità con alcuni ambienti” e per “alcune azioni” o omissioni che facevano pensare appunto ad una “contiguità” – ha spiegato inoltre la Cancellieri. “Lo scioglimento riguarda questa amministrazione, non quella precedente ed è un atto preventivo, non sanzionatorio” – ha aggiunto.  La relazione della commissione guidata dal prefetto Valerio Valenti ha lavorato insieme ai ai componenti tecnici per circa sei mesi per produrre il documento, che contiene una analisi capillare della situazione. Reggio secondo la relazione non è solo a rischio infiltrazioni mafiose, ma sarebbe “almeno in alcuni settori” già nelle mani di personaggi più o meno ricollegabili a esponenti della ‘ndrangheta e sembra che l’attuale sindaco non avesse “metto in atto le misure necessarie” per arginare rischi presenti e futuri. Ad Arena, la relazione del prefetto concede una sola attenuante. Ossia lo scioglimento della Multiservizi, società infiltrata dalla cosca Tegano. Passaggio che tuttavia è stato imposto dal fatto che la Prefettura non aveva più rilasciato il certificato antimafia alla componente privata dell’azienda a maggioranza pubblica. Non solo appalti ma anche parentele e comportamenti dei consiglieri comunali, assessori e componenti della giunta. Alla fine dell’inchiesta hanno messo insieme le schede personali di una quarantina di dipendenti del Comune di Reggio, dirigenti e funzionari, legati a vario titolo ad esponenti della criminalità organizzata reggina.

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