NEWS

Catanzaro: un bazooka per colpire il pm Vincenzo Luberto

Di GIanluca Ursini il . Calabria

Un bazooka per eliminare il pm scomodo; può succedere solo in Calabria, con i  clan più sanguinari, quelli che sfuggono al controllo della “Mamma” di San  Luca, che da anni ha dato mandato di non uccidere i magistrati. Invece gli Abruzzese di Cassano allo Jonio, come dimostrato dalla operazione “Tsunami” del giugno 2011 della Dda di Catanzaro (procuratore Enzo Lombardo), aveva preparato un bazooka per uccidere il pm Vincenzo Luberto, che su quella cosca stava indagando. Le indagini di Luberto una settimana or sono hanno permesso di scoprire il traffico illecito nascosto dietro la clinica “Villa Verde” vicino Cosenza dove i boss, anche del reggino, trascorrevano detenzioni dorate sotto la scusa di infermità mentali completamente inventate. 

È stato lo stesso Luberto a notificare nel corso di un processo presso il Tribunale di Castrovillari, a nord di Cosenza (e che deve essere soppresso dai tagli Montiani alla spesa), le nuove deposizioni di un collaboratore di giustizia, Michele Bloise, che ripeteva quanto già scoperto dai procuratori di Catanzaro un anno fa. Lo ha riportato il quotidiano locale “Calabria Ora”, ricordando come queste nuove prove prodotte dal pm – coraggio Luberto contro il “clan degli zingari” – come vengono conosciuti gli Abruzzese sull’alto Jonio cosentino. Bloise ha iniziato da due mesi a collaborare sul suo vecchio clan con i magistrati e Luberto ha deposto i verbali degli interrogatori a integrazione di quanto stava disponendo come accusa il magistrato di Castrovillari in questo procedimento in corso in aula bunker nella cittadina silana per narcotraffico nei confronti del clan dello Jonio.  

Il pm del processo agli Abruzzese ha così sintetizzato il contenuto dei verbali: «Nel primo, reso ai colleghi di Salerno, Bloise ha riferito di aver avuto contatti con il clan Rom per la disponibilità di un bazooka che sarebbe servito per indirizzarlo contro me stesso», ha spiegato agli avvocati difensori Luberto medesimo. Nel secondo interrogatorio, per il pm dell’antimafia catanzarese (che ha competenza su 4 province: Vibo, Crotone, Catanzaro e Cosenza) Bloise ha riferito di come il destinatario e eventuale esecutore dell’attentato sarebbe stato l’affiliato Tommaso Iannicelli. 

Il blitz Tsunami della Dda di Catanzaro, portato a termine dagli uomini della Benemerita di Catanzaro e di Cosenza, diretti dal colonnello Francesco Ferace, aveva portato al fermo di 11 persone l’11 giugno 2011, a cui vengono contestati reati di associazione mafiosa per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, porto e detenzione aggravata d’armi da guerra. Già allora dal procuratore capo di Catanzaro Antonio Vincenzo Lombardo l’urgenza dell’operazione venne spiegata con una intercettazione tra due membri del clan risalente al maggio precedente, in cui i due accennavano all’arrivo imminente di un bazooka per eliminare il magistrato Luberto, in cui si ripromettevano quanto prima di portare a termine un agguato mortale contro il magistrato.  

«Appena ci arriva, lo facciamo (l’attentato, ndr) … passiamo all’azione … l’altra settimana non lo abbiamo fatto perché pioveva». Lo stesso Luberto dal 2010 in poi, aveva inferto colpi mortali al clan dei rom Abbruzzese, il più feroce della provincia cosentina, con l’arresto del capo latitante Nicolino e con la condanna all’ergastolo del capocrimine, il fratello Francesco Abbruzzese, nelle tre diverse inchieste sul clan: “Lauro”, “Sibaris” e “Timpone Rosso”. I killer del clan avevano già preso a pedinare il pm e ne avevano studiato abitudini e orari.

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link