L’Italia non è un paese per bambini e ragazzi
Cinque giorni di incontri con oltre 30 relatori tra i più autorevoli studiosi e operatori del nostro Paese. Seminari, laboratori intervallati da occasioni di confronto e serate d’estate fatte di cinema e teatro. Cinque giorni per riflettere insieme come si può costruire socialmente i diritti nel nostro paese. Tutto questo durante la “Summer school” sui diritti dei minori che è stata presentata a Roma e che si terrà nella capitale, dal 16 al 20 luglio. Rimasti ai margini del dibattito pubblico i diritti dei minori sono sempre meno al centro dell’attività politica e sociale nella nostra società. A dimostrarlo anche le cifre ufficiali che fotografano questa tendenza: il fondo per le politiche a favore della famiglia è stato ridotto da 220 a 51 milioni di euro, quello per le politiche giovanili da 130 a 13, quello per le pari opportunità da 50 a 17, quello per l’inclusione degli immigrati azzerato. Inoltre secondo l’ISTAT sono oltre 100.000, i ragazzi che ogni anno abbandonano definitivamente e prematuramente gli studi: sono il 18.8% (dati 2010) della popolazione scolastica italiana in età adolescenziale, ma nelle regioni meridionali del Paese tale percentuale cresce al 30.3%, il che vuol dire che quasi 1 ragazzo su 3 non conclude la sua formazione. E ancora: sarebbero 1.876.000 i bambini e ragazzi che nel nostro Paese vivono in famiglie povere (Save The Children, 2012).
L’Italia non è un paese per bambini e per ragazzi. Parte da questa considerazione l’idea di on “Animazione Sociale” mensile per operatori sociali del Gruppo Abele, l’Istituto Centrale di Formazione del Dipartimento Giustizia Minorile e Libera, con il patrocinio della Rai, di promuovere la Prima Summer School sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza che si svolgerà a presso Icf Dipartimento di Giustizia Minorile a Roma e vedrà la partecipazione fra gli altri, di Don Luigi Ciotti, presidente Gruppo Abele e Libera, Marco Rossi Doria, sottosegretario Ministero dell’Istruzione, Chiara Saraceno, editorialista Repubblica, Luciano Spina, Giudice presso la Corte d’Appello del Tribunale per i minorenni di Brescia, Laura Laera, Associazione Italiana Magistrati per i Minorenni; Franco Floris, direttore Animazione Sociale; Serenella Pesarin, direttore Generale per l’Attuazione dei provvedimenti giudiziari del Dipartimento Giustizia Minorile. Questa prima edizione – spiegano alla conferenza stampa di presentazione – è aperta ai professionisti di diverse appartenenze intende capire come si può costruire socialmente i diritti nel nostro paese. “L’ipotesi che verrà approfondita è che oggi per trovare accordi e intese sulle decisioni occorrono due condizioni preliminari – – spiegano – condividere l’analisi dei problemi (ossia una lettura di quali condizioni vivono i minori che i servizi e le scuole incrociano) e rideclinare insieme l’idea di educare che è la base di ogni tutela del diritto a crescere. Uscendo dalla retorica dei diritti dichiarati, si cercherà di declinare una grammatica dei diritti auspicabili e possibili.
Gli obiettivi. Rilanciare, in sostanza, un dibattito nazionale sulle prospettive future delle tutele dei minori e produrre orientamenti culturali e metodologici innovativi per costruire nei diversi contesti di intervento le condizioni sociali, culturali e politiche per tutelare il diritto di crescere e diventare cittadini a tutti gli effetti. Secondo i promotori della “Summer School” c’è una distrazione di massa su questo tema – «l’economia prevale e i valori della famiglia sono messi in secondo piano rispetto al narcisismo e al consumismo» – ha dichiarato il facente funzione di capo dipartimento per la giustizia minorile, Emanuele Caldarera. E’ Franco Floris, direttore di Animazione sociale ad aggiungere: «Ai bambini si da poco attenzione – ci sono risorse scarse per costruire i loro diritti ma dobbiamo chiederle facendo valere la Costituzione. «I diritti dei minori – ha spiegato Floris – devono trovare una legittimazione dal basso, essere riconosciuti nei micro contesti sociali, coinvolgere una pluralità’ di soggetti». Attività che spesso sono a costo zero o per le quali – come afferma Serenella Pesarin del dipartimento di Giustizia minorile – è sbagliato dire che non ci sono i fondi». L’approccio della “Summer school”, assicurano i promotori, sarà innovativo anche nel metodo. Proprio sui casi di disagio sociale e a rischio di devianza – hanno spiegato gli organizzatori – si concentreranno le attenzioni nei dibattiti della “Summer school” con un particolare punto di vista, indirizzato non tanto agli aspetti giuridici, quanto al sociale e alla collaborazione.
IL PROGRAMMA DELLA SUMMER SCHOOL
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