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Trentaduesima udienza del processo Rostagno

A cura di Rino Giacalone il . Sicilia

Dal Palazzo di Giustizia di Trapani, la trentaduesima udienza del processo in corso per l’omicidio del sociologo – giornalista, Mauro Rostagno, ucciso a Trapani il 26 settembre del 1988 ha avuto inizio. Accusati del delitto, il capo mandamento di Trapani, Vincenzo Virga e il presunto killer, Vito Mazzara. Oggi in aula i teste Giuseppe Marchese e Antonio Patti. Assenti Gaspare Mutolo e Francesco Elmo.  A seguire la diretta dal tribunale. E’ possibile seguire la cronaca anche attraverso la pagina facebook dedicata al processo che ha fatto registrare già più di 4000 iscritti. 


12.10 Esame dei teste concluso. La prossima udienza si svolgerà il 6 luglio. E’ previsto l’esame del consulente balistico della difesa. Per il teste Francesco Elmo invece si andrà alla successiva udienza del  18 luglio. Per Elmo è stata disposta visita fiscale. 
11.40 Lei era detenuto in carcere durante il periodo in cui era sotto processo per il dleitto del sindaco di Castelvetrano Lipari? Si. Lei ricorda di essere stato sentito sul delitto Rostagno? Non ricordo Galluffo era il 5 maggio 1995. Lei disse ricordo che Agate detenuto per maxi processo a Palermo era anche sotto processo a Trapani per il delitto Lipari. Si,  confermo. Domanda: parlavate spesso delle vicende giudiziarie? Spesso capitava del maxi processo dei miei processi. Ricorda se erano presenti anche altri quando parlavate di queste vicende? Ci poteva essere Bagarella, mio fratello, altri uomini d’onore qualche volta eravamo anche da soli. Agate ebbe mai a lamentarsi di Rostagno? Non mi ricordo spesso si parlava di vicende non mi ricordo di preciso sono passati tanti anni con Agate ho avuto ottimi rapporti dentro e fuori dal carcere anche con il figlio Epifanio, con la moglie. Galluffo ricorda un interrogatorio “nel periodo di codetenzione ho parlato con Agate e altri compagni non ricordo di avere saputo da Agate o da altri di lamentele in ordine a servizi giornalistici di Rostagno per delitto Lipari. Si si ricordo – risponde Marchese – non ricordo di argomenti specifici si parlava del più o del meno. Con Agate mi sono ritrovato a parlare quando c’era da uccidere Puccio ma se a parlare erano Agate Pippo, Gambino, Leggio Luciano Liggio quando era l’ala corleonese magari restavano solo loro a parlare senza altri i corleonesi erano molto riservati. Agate doveva essere sollecitato o decideva lui di cosa parlare? No era lui a decidere di cosa parlare. Lui Bagarella e Salvino Madonia erano sempre all’aria a parlare ma erano solo loro. Domande del presidente Pellino. Lei parlando con Mariano Agate ha mai parlato di omicidi che a lui erano interessati o interessavano? A parte quello di Puccio, non è che si chiede del perchè degli omicidi o se ne parla o non se ne parla si sa la matrice da cui viene lui magari parlava con Bagarella con me io ero un ragazzetto. Sa nulla su Natale L’Ala? Ne ho sentito parlare ma non mi ricordo….Puccio Vincenzo aveva agganci a Trapani? Non lo so. 
11.14 Domande dell’avvocato Vito Galluffo. Lei apparteneva a Cosa Nostra? appartenevo a Cosa nostra negli anni 80, ero uomo d’onore nella fine ’80 inizio ’81, facevo parte della famiglia di corso dei Mille mandamento Ciaculli capeggiato da Michele Greco detto “il Papa”. C’era mio zio, io sono stato soldato semplice, killer della famiglia. Ho partecipato a parecchi omicidi la guerra di mafia dalla morte di Bontade e Inzerillo, non mi ricordo quanti omicidi ho commesso, non me lo posso ricordare di preciso. Saranno 20 – 15 omicidi, tutti delitti nel palermitano anche nelle province ne ho fatti anche diverse lupare bianche a san Giuseppe Jato, poi in provincia di Trapani e Catania. Mio padre a Trapani ha fatto latitanza mio cognato, Leoluca Bagarella stava a Trapani molti erano legati a Mariano Agate braccio armato di Riina, c’era Milazzo Vincenzo Peppe Ferro erano con l’ala corleonese. Bagarella era cognato di Riina Bagarella era sposato con mia sorella Vincenza Marchese, la mia combinazione doveva essere riservata. La maggiorparte di tutti gli omicidi commessi li ho fatti quando ero minorenne. Domanda su Mariano Agate. Era una sorta di pacificatore ma anche l’ala armata di Totò Riina, siamo stati assieme in carcere anche a Trapani. Anni fa era stata progettata una fuga dall’Ucciardone attraverso un tunnel, avevano trovato i macchinari poi non è stato fatto più niente Riina ha bloccato tutto perchè pensava che uscendo tutti quegli ergastolani poteva essere un pericolo per lui. Mariano Agate ha partecipato a livello operativo per uccidere in carcere Vincenzo Puccio.
11.00 Giudice Pellino. Nel 1988 chi era rappresentante provinciale? Ciccio Messina Denaro il padre di Matteo Messina Denaro. Omicidio di Partanna con Vito Mazzara, che tipo di fucile venne utilizzato da Mazzara? Il fucile era a canna lunga calibro 12 cinque colpi in origine tre colpi lui lo aveva modificato. Che munizioni aveva? Le cartucce calibro 12 a pallettoni c’erano piccole grosse a unica palla, non so che cartucce usò, che dinamica usarono? Alla guida c’era Ciruzzu amico di Matteo Messina Denaro accanto a Ciruzzu c’era Matteo era un fiorino furgonato noi abbiamo messo la carta per coprire i vetri e noi eravamo dentro quel furgone io Vito Mazzara, Giovanni Leone loro sono scesi prima ha sparato Mazzara all’imprenditore che doveva essere ucciso ha sparato da una quindicina di metri, tanti colpi si sono sparati Giovanni Leone ha sparato ad un altra persona vicino all’imprenditore io non sono nemmeno sceso. Quella scena ce l’ho davanti agli occhi, dentro il furgone c’era un ragazzo di Partanna incapucciato che ha indicato chi doveva essere ucciso la vittima era ferma dirigeva dei lavori in muratura è stato un attimo questione di minuti manco di minuti. Le armi usate che fine fecero? Le abbiamo lasciate nel furgone o se le è portate Ciruzzu…..non ricordo. Fine dell’esame di Patti. Si passa all’interrogatorio di Giuseppe Marchese, anche lui collaboratore di giustizia.

10.44 Io e Mariano Agate ci frequentavamo,  lui aveva una cantina a Mazara e lì lo andavo a trovare, si parlava del più o del meno.,…ma di Rostagno non mi ha mai parlato. Ciccio Messina u muraturi aveva rapporti con Totò Riina Riina, gli voleva bene. Ciccio Messina diceva che era uomo di fiducia di Riina si frequentavano assieme a Riina ho partecipato a riunioni. Francesco Milazzo lo conosce? Io Vincenzo Milazzo conoscevo era il rappresentante di Alcamo. E Vincenzo Virga? Era il rappresentante della città di Trapani ma con lui non ha mai fatto niente. Mi è stato presentato così…lui mi conosce bene…..mi fu presentato nel periodo del 1980….negli anni ’80 prima a Trapani c’era un vecchio rappresentante Totò Minore che poi hanno fatto sparire io lo conoscevo pure al posto di Minore arrivò Virga. Il pm chiede: un omicidio fatto a Trapani da chi doveva essere autorizzato? Dal rappresentante di Trapani. Nel 1988 chi era rappresentante? Io dal 1986 al 1989 ero in carcere, ma lo stesso sapevo che Virga comandava a Trapani. Ma se lei era nel 1988 in carcere come faceva ad incontrare Agate? Io a Mariano Agate l’ho incontranto nel 1989/1990. Lei nel 1988 era libero o detenuto? Detenuto (quindi all’epoca del delitto Rostagno Patti era in carcere). Nel 1988 capo di Trapani era Vincenzo Virga ma un delitto commesso a Trapani o in altro luogo veniva comunicato alle altre famiglie – chiede il pm? No, risponde Patti. Bisogna vedere però che omicidio si commetteva, se è importante bisognava essere autorizzato dalla cupola provinciale. Vito Mazzara lo conosceva? Si era della famiglia di Valderice. Vito Mazzara aveva un fucile suo, lui lo pot
eva portare in giro perchè aveva un porto d’armi era un calibro 12 mi pare 5 colpi. Natale L’Ala lo conosce? Era uno che dava fastidio a Campobello di Mazara, per tre volte dovevano ucciderlo. Poi l’hanno ammazzato ma io non c’ero Commentò con Agate questo delitto e le ragioni del delitto – chiede il pm? No no. Cosi finiscono le domande del pm Del Bene. Nessuna domanda parte civile. Ha inizio l’interrogatorio di riesame da parte dell’avvocato Galluffo. L’Ala era dentro Cosa Nostra? No, non so niente di questo L’Ala. Lei ha detto che per omicidi eclatanti si discuteva ci voleva qualcosa una autorizzazione, ci spiega cosa accadeva? In Cosa nostra si deve riunire la provincia la provincia è composta da un rappresentante un consigliere e due capi decina. Vincenzo Virga faceva parte della provincia anche Agate Vincenzo Milazzo Ciccio Messina Denaro. Marsala faceva mandamento con Mazara noi eravamo sotto di Mazara come Paceco è sotto Trapani e Castellammare è sotto Alcamo. Questi soggetti si riunivano per decidere omicidi eclatanti ma io che appartenevo a Cosa nostra non dovevo sapere per forza quello che di discuteva e si decideva si capiva. 
10.15 Le domande dell’avv Vito Galluffo difensore dell’imputato Vito Mazzara. L’udienza comincia con il racconto di Antonio Patti, marsalese: “Oggi sono libero – dice –  ho avuto condanne per omicidio”. A suo carico una quarantina di omicidi o direttamente o indirettamente, è stato condannato anche per associazione mafiosa. “Ero uomo d’onore appartenevo alla famiglia di Marsala ero in Cosa nostra, ho fatto giuramento nella stessa famiglia  quando capo era Vincenzo D’amico con la santina che bruciava tra le mani. Presenti erano i componenti della famiglia di Marsala, l’affiliazione avvenuta nel 1979, il giorno che faceva il compleanno mio cognato Titone Antonino, rimasto dentro Cosa nostra fino al 1995. Ero capo decina della famiglia di Marsala, avevamo rapporti con tutte le famiglie mafiose della provincia, i rapporti erano intensi….poi a me mi chiamavano sempre….io ero uomo di fiducia di Ciccio Messina di Mazara detto u muraturi….conoscevo bene Ciccio Messina Denaro….Matteo Messina Denaro….abbiamo fatto pure qualche cosa assieme…omicidio….ricordo che una volta andammo a Partanna a fare un omicidio e ci eravamo nascosti in una casa dove abbiamo aspettato per due o tre giorni alla persona che dovevamo ammazzare. C’era anche Vito Mazzara, Giovanni Leone c’era Ciruzzu un ragazzo di fiducia di Matteo poi c’era Pandolfo un dottore questo delitto interessava a lui. Due omicidi nella stessa mattinata….siamo andati in questo posto un imprenditore dovevamo ammazzare avevamo un furgone, Ciruzzu guidava una macchina e Matteo Messina Denaro era con Ciruzzu…ricordo abbiamo fatto questo delitto eclatante. Ho commesso omicidi a Marsala, Partanna,  ho partecipato ma non ho ucciso io. Campobello, Alcamo, a Trapani no. Anche a Rimini. A Partanna usammo anche un kalashnikov. A Vito Mazzara in quell’occasione vidi usare un fucile  era abile,  lui era campione di tiro a volo. Antonio Patti rispondendo a Vito Galuffo, avvocato della difesa, ha detto di non sapere nulla del delitto Rostagno. La parola passa al pm Del Bene.


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