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Rai2: Rai 150 presenta “Fratelli d’Italia: don Milani – don Ciotti”

A cura del Gruppo Abele il . Progetti e iniziative

Giovedì 21 giugno alle ore 23.30 su Rai2 andrà in onda per Rai 150 la puntata “Fratelli d’Italia: don Milani – don Ciotti”. Conduce Annalisa Bruchi, introduce un editoriale di Aldo Cazzullo.
Due sacerdoti scomodi al servizio degli ultimi. Don Lorenzo Milani e Don Luigi Ciotti, il passato e il presente, entrambi al servizio dei più bisognosi, entrambi disposti a sacrifici e rinunce pur di portare avanti battaglie impossibili e vincerle a fianco degli ‘sconfitti’. ‘Preti rossi’, come spesso sono stati definiti, capaci di entrare in rotta di collisione con le istituzioni politiche ma anche con la Chiesa pur di affermare i loro principi di giustizia e dignità sociale. Il 21 giungo su Raidue sarà in studio con Annalisa Bruchi proprio don Ciotti, per confrontarsi con il passato e guardare al futuro. Il presidente del Gruppo Abele e di Libera dice di don Milani: “era un sacerdote capace di saldare la terra con il cielo e di sentire prepotente dentro di sè il bisogno di dare la parola agli analfabeti per renderle persone libere, coscienti e responsabili”.
Mandato in ‘punizione’ in Mugello per la sue posizioni troppo radicali in merito all’educazione scolastica, don Milani crea, nel paesino di Barbiana una sua scuola, trasformando il doloroso esilio in un esempio straordinario di recupero e alfabetizzazione di ragazzi esclusi dall’istruzione ‘ufficiale’. Con la sua ‘Lettera ad una professoressa’ Milani grida il suo sdegno nei confronti di una scuola capace solo “di curare i sani e respingere i malati”. E come don Milani si è battuto per educare, così don Ciotti con la stessa determinazione affronta la sua missione a fianco dei drogati. A Torino nel ’73 fonda il Gruppo Abele dal nome della prima vittima della storia umana. E da lì l’impegno di don Luigi cresce e con il fervore di chi non depone mai le armi, ingaggia la lotta delle lotte: quella contro la mafia.
Nel 95 fonda Libera che oggi coordina 1500 gruppi, scuole, realtà di base, territorialmente impegnate a diffondere la cultura della legalità. Perchè il nostro Paese dice don Luigi “rischia di dimenticare. Le mafie ci sono ma cambiano continuamente le loro strategie, le loro modalità. Ma la forza della mafia sta fuori dalla mafia. Perchè trova spazio e sfogo in quelle zone grigie dell’economia, della finanza, delle professioni, della politica”.

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