Incendi su terreni confiscati, l’Europa al fianco delle cooperative Libera Terra
Tre incendi in pochi giorni in Sicilia non hanno lasciato a guardare nemmeno l’Europa. Prima a Mesagne, Belpasso e infine a Castelvetrano, le cooperative che lavorano sui terreni confiscati ai boss si sono trovate a gestire questo inizio d’estate condizionati da incendi e danneggiamenti. Su quei campi vengono prodotti ogni anno grano, olio, vino, arance e molti altri prodotti che sono il frutto di una economia tornata alla comunità e alla legalità. Un percorso di riutilizzo cui l’Europa guarda come modello di eccellenza cercando di adottare una normativa comunitaria. Mentre in Europa questo percorso sta per iniziare in Italia le cooperative sono in espansione ma le mafie non si arrendono, incendi, danneggiamenti e minacce, continuano. E dall’Europa all’Italia arriva il sostegno delle istituzioni, preoccupate di questa escalation di violenza e intenzionate a portare direttamente il sostegno della comunità europea.
L’Europa vicina alle cooperative Libera Terra. «Ho appreso con preoccupazione degli attacchi di cui sono state vittime alcune fattorie di Libera in Sicilia e in Puglia – afferma Cecilia Malmstrom, Commissaria europea agli Affari interni – c’é il fondato sospetto che tali atti siano perpetrati allo scopo di intimidire chi sta cercando di riportare nell’alveo della legalità i beni e le proprietà confiscate ai gruppi criminali. Sono certa che le autorità italiane si impegneranno per fare piena luce su tali atti e per consegnare i responsabili alla giustizia», aggiunge la commissaria. «Nel mio recente viaggio in Puglia ho avuto l’opportunità di osservare l’eccellente lavoro svolto sul campo da “Libera”, spesso in condizioni difficili, e vorrei ribadire ancora una volta il mio sostegno all’associazione ed a coloro che si battono contro le mafie e la criminalità organizzata», prosegue la Malmstrom. «La Commissione europea – assicura concludendo – continua il suo impegno per una rapida adozione della proposta di direttiva Ue che mira ad introdurre regole comuni in tutta l’Unione europea per la confisca dei beni della criminalità organizzata». Un impegno fortemente sostenuto dalla rete di associazioni di Flare, Freedom Legality And Rights in Europe, in questi giorni a Bruxelles per seguire i lavori sulla direttiva europea. Un “tesoretto” di milioni di euro quello che le mafie nascondono da molti anni all’estero e che senza adeguati strumenti condivisi a livello europeo, sino ad oggi, è stato difficile individuare e sottrarre. Il sogno di Pio La Torre, l’impegno di Libera dal 1996, sono ad un passo dal diventare patrimonio dell’Europa, segnando una battuta d’arresto alla globalizzazione delle mafie.
Alce Nero dona grano a cooperative Puglia. Dopo gli incendi la macchina della “corresponsabilità” si è messa in moto non solo in Europa ma anche in Italia e sono arrivate le prime offerte di sostegno. Gli agricoltori di Alce Nero, ad esempio, hanno deciso di donare «una macchina» di semola, pari a 50 quintali, per ridurre la perdita dei raccolti nei terreni confiscati alla criminalità organizzata e affidati alla Cooperativa «Terre di Puglia – Libera Terra». «E’ chiaro l’intento di portare danno a chi combatte per ristabilire la legalità – dichiarano in una nota – attraverso un’economia giusta e pulita che punta a restituire alla collettività le ricchezze e la dignità che le mafie sottraggono con la violenza e con il fuoco, un fuoco continuo ed organizzato che – chiedono – deve essere fermato». La continua e reiterata messa a fuoco di oliveti e campi di stupendo oro giallo maturo nelle terre di Libera in Campania, Sicilia, Calabria e Puglia «rispondono ad un chiaro disegno delle mafie di aggressione e distruzione – afferma Lucio Cavazzoni, presidente di Alce Nero & Mielizia – e chi brucia i campi e le piante , il cibo ed il lavoro criminale quattro volte. E per tutte e quattro va perseguito e condannato. Questi distruttori dovranno rendersi conto che queste terre sono ormai davvero libere». Il 15 giugno scorso a Belpasso (Ct), sui terreni della cooperativa intitolata a “Beppe Montana” oggetto anch’essa di un incendio nei giorni scorsi, sono arrivati anche tutti i volontari della rete di associazioni di Libera in Sicilia. A sostenere i giovani che lavorano in quella cooperativa anche una delegazione della Commissione antimafia. Un segnale, quello lanciato da Alce Nero e dalle istituzioni europee e italiane, di “corresponsabilità”: quel percorso nato sui beni confiscati non appartiene solo a chi ogni giorno lavora quei terreni ma è un “bene comune” che va difeso e sostenuto dal Nord al Sud del Paese nell’interesse di tutti.
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