Per battere le mafie valorizzare il sociale
Giovedì 14 giugno, ore 14.30 Spazio ex-Ansaldo in via Tortona 34: in occasione dell’iniziativa “Costruire legalità, far vincere il sociale. Un nuovo modello di gestione dei Beni Confiscati alle mafie” organizzata dal Comune di Milano, Libera ha presentato le linee guida per il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie, realizzate in collaborazione con venti associazioni che gestiscono beni sottratti alle organizzazioni mafiose e che sono oggi luoghi di ritrovo, di socializzazione, di servizio, aperti alla collettività o destinati ad alcune fasce della popolazione che più hanno bisogno d’aiuto. “Vogliamo che lo Stato sequestri e confischi tutti i beni di provenienza illecita, da quelli dei mafiosi a quelli dei corrotti. Vogliamo che i beni confiscati siano rapidamente conferiti, attraverso lo Stato e i Comuni, alla collettività per creare lavoro, scuole, servizi, sicurezza e lotta al disagio”.
Ilaria Ramoni, referente di Milano e provincia del coordinamento di Libera, inizia con il ricordo della petizione popolare promossa da Libera nel 1995 che portò all’approvazione della legge 109 del 1996 sul riutilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata. E ricorda anche Pio La Torre, ucciso trent’anni fa per la sua ostinata volontà di “togliere i piccioli alla mafia”. La legge Rognoni-La Torre del 1982, approvata dopo la sua uccisione e quella del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, permette di sequestrare e confiscare i beni dei mafiosi. Ad ascoltarla gli assessori del comune di Milano Pierfrancesco Majorino e Stefano Boeri, i presidenti del comitato di esperti antimafia del Comune Nando dalla Chiesa e della commissione comunale antimafia David Gentili, Nunzio Trabace dell’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati, Giuliana Merola del Tribunale di Milano e il pubblico: associazioni, cooperative, fondazioni che hanno in gestione beni confiscati a Milano e in provincia, molte delle quali hanno partecipato alla stesura delle linee guida.
La referente prosegue sottolineando l’importanza della “responsabilità” e della “collaborazione” sia da parte delle istituzioni che della società civile. Responsabilità perché bisogna essere disposti a fare la propria parte fino in fondo, anche al di là di quanto strettamente compete. Collaborazione perché deve nascere uno spirito di giusta condivisione delle problematiche, per l’affermazione del fine ultimo: dimostrare nei fatti che quanto è stato costruito negli anni con la violenza, il delitto, la corruzione, torna ad essere usufruito dall’intera collettività. Una collettività vittima di quella violenza, di quel delitto, di quella corruzione, che trova in sé stessa la forza di affermare il diritto e la giustizia sociale. Nel presentare le linee guida, spiega che sono il punto d’arrivo di un percorso nato da più di un anno e attivato da Libera Milano, in vista dell’iniziativa tenutasi il 5 novembre 2011 dal titolo “Scopri il bene!”: quella giornata vide la contemporanea apertura in città e dintorni di alcuni beni confiscati alle mafie, che vennero visitati da centinaia e centinaia di cittadini e studenti, accompagnati dai volontari delle associazioni.
Durante la preparazione di quel percorso, nacque un importante confronto con associazioni e cooperative assegnatarie dei beni sulle problematiche sorte nelle complesse fasi dell’assegnazione e della gestione degli immobili tolti alle cosche. Raccogliere non solo le criticità, ma anche formulare proposte: questo lo scopo di un questionario che fu allora elaborato da Libera e rivolto alle associazioni, cooperative e fondazioni assegnatarie di beni confiscati. Nascono così, dal confronto costruttivo e dal lavoro comune, le “Linee guida per l’assegnazione e la gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata”.
Le linee guida, realizzate dal coordinamento provinciale di Libera Milano insieme a 20 realtà tra associazioni, cooperative e fondazioni assegnatarie di oltre 40 beni a Milano e provincia, sono il primo esperimento di coinvolgimento attivo degli enti assegnatari di beni. Durante il percorso sono emerse numerose e dettagliate criticità e proposte di qualità, anche in merito all’educazione alla legalità, alla giustizia e ai diritti, ma è la partecipazione oltre ogni aspettativa che ne ha fatto un’esperienza così significativa e di valore.
Responsabilità e collaborazione: la società civile c’è.
I punti salienti delle linee guida:
– Concessione a titolo gratuito: i beni confiscati devono essere concessi a titolo gratuito;
– Durata concessione: 10 anni e in caso di ristrutturazione, la concessione è adeguata;
– Pubblicità: i beni siano assegnati tramite avviso pubblico;
– Trasparenza: si predispongano criteri di valutazione, una apposita commissione di valutazione e una graduatoria finale pubblica;
– Pubblicazione dell’elenco dei beni : così come già previsto dalla legge;
– Controlli: non basta che il bene sia destinato e assegnato ma occorre vigilare sull’effettivo riutilizzo dello stesso;
– Confronto con gli assegnatari: vi sia un costante rapporto tra ente locale e soggetto che ha avuto in gestione il bene;
– Educazione alla legalità: si promuovano iniziative culturali ed educative che valorizzino il bene e il suo utilizzo.
Le associazioni che hanno collaborato alla stesura:
- Cooperativa Accesso
- Acli provinciali Milano Monza e Brianza
- Altropallone ASD Onlus
- Amici contro la droga Onlus
- Associazione Ce.A.S Centro Ambrosiano Solidarietà Onlus
- Associazione Centro di Solidarietà San Martino
- Associazione Opera San Francesco per i Poveri
- Associazione Club Corsico Onlus
- Associazione Suonisonori Onlus
- Arché
- Associazione Saman
- Centro di Aiuto alla Vita Mangiagalli Onlus
- Circolo Arci Nova Il Balzo
- Club Alpino Italiano – Sezione di Paderno Dugnano
- Cooperativa Il Grillo Parlante
- Duepuntiacapo Cooperativa sociale Onlus
- Fondazione Casa della Carità “Angelo Abriani”
- Fondazione Progetto Arca Onlus
- La Strada Società Cooperativa Sociale
- Saman Lavoro cooperativa
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