Per Giuseppe Letizia, per ascoltare la sua voce
Cari amici, è molto bella l’iniziativa di assegnare a Giuseppe Letizia un diploma di scuola media “ad honorem”, anche se Giuseppe, il suo diploma – anzi la sua laurea – l’ha già avuta dalla vita. Ragazzino non istruito, ma cresciuto in una famiglia onesta, aveva già ben chiara la differenza fra bene e male, così come sapeva che la voce del bene, la voce della coscienza, non basta ascoltarla: bisogna tradurla in scelte limpide e comportamenti coerenti.
È stato perciò non un bravo allievo, ma un maestro di vita. Espressione di quella Sicilia e di quell’Italia che non si sono mai piegate ne’ rese complici delle violenze e delle ingiustizie. Che hanno denunciato il male e si sono impegnate per il bene. Che hanno voluto conoscere e capire, pensare con la propria testa e assumersi responsabilità. La Sicilia di Placido Rizzotto e di Pio La Torre, di sindacalisti e magistrati, uomini delle forze di polizia e cittadini vittime innocenti delle mafie.
Ricordare quel piccolo grande uomo e allora una responsabilità per ognuno di noi. Un pungolo a investire in percorsi educativi e culturali che sappiano risvegliare le coscienze; un impegno a realizzare politiche sociali che diano a tutti un lavoro, la possibilità di vivere con dignità, liberi dai ricatti delle mafie e della corruzione. Questo ci chiede Giuseppe: di far sì che la costruzione di giustizia dipenda sempre meno da singole scelte coraggiose e sempre più da un impegno quotidiano e collettivo. Ascoltiamo oggi noi la sua voce. Un saluto a tutti voi
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