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Perugia capitale della droga

Di Norma Ferrara il . Umbria

L’assedio alla città di Perugia da parte di organizzazioni criminali dedite al narcotraffico che hanno portato il centro storico «fuori dal controllo delle istituzioni per alcuni minuti»  umbria24.it/perugia-spari-piazza-danti-terra-scene-guerriglia-corso-vannucci/97038.html”>lo scorso 8 maggio  è solo l’ultimo atto di una graduale infiltrazione delle organizzazioni criminali internazionali in Umbria. Da più di dieci anni il capoluogo umbro è stato scelto dalle diverse bande di spacciatori e narcotrafficanti come luogo insospettabile in cui piazzare una base per il commercio di droghe, che attira consumatori anche dalle regioni limitrofe. Le sostanze (cocaina, eroina, ketamina, anfetamina, marijuana, hashish) sono in mano a più gruppi criminali di nazionalità albanese, nigeriana e tunisina. Un’inchiesta di “Repubblica” sceglie di raccontare questa realtà poco nota fuori dall’Umbria. Chi sta avvelenando questo capoluogo  ancora oggi noto per le numerose attività culturali, sociali e internazionali che ogni anno si svolgono sul territorio? Chi mette a rischio la città culla di storia, cultura e arte del cuore dell’Italia? Questa domanda attraversa tutta l’inchiesta di Repubblica (clicca qui per leggere l’inchiesta integrale su RepubblicaInchieste). 
 Secondo le fonti istituzionali che da anni monitorano e indagano il fenomeno, come riporta l’inchiesta curata dall’inviato Attilio Bolzoni, la piramide criminale vede gli albanesi impegnati nel “rifornimento” dei pusher di  strada e i tunisini impegnati nello spaccio al dettaglio.  Sopra di loro il narcotraffico dei nigeriani e i loro viaggi verso la Campania, ancora oggetto di indagine. Tante le attività di contrasto messe in atto da forze dell’ordine e istituzioni ma il fenomeno non accenna a diminuire. Dopo il “fattaccio” che ha sconvolto i cittadini di Perugia lo scorso 8 maggio (clicca qui per leggere la notizia) una vera e propria guerra fra spacciatori a colpi di pistola e coltellate, in pieno centro storico, che ha tenuto in ostaggio l’acropoli per alcune ore facendo – come dichiara il primo cittadino della città, Wladimiro Boccali «perdere il controllo delle istituzioni per alcuni minuti», uno schieramento di blindati e forze dell’ordine presidiano la città soprattutto nei pressi delle cosiddette (e note) vie dello spaccio. Un impegno importante quello che si è tentato, a più riprese, di mettere in atto e che continua oggi con più forza ma qualcosa in questi anni non ha funzionato e la descrizione di questa realtà, a partire da dati ufficiali come le morti per overdose (26 nel 2011 e 13 dall’inizio dell’anno sino al 5 giugno scorso) ha provocato diverse reazioni. Il sindaco di Perugia ha definito l’inchiesta «inaccettabile» mentre – come fa notare il direttore di Umbria24.it, Ivano Porfiri, nel suo editoriale, la stampa locale da anni racconta le cronache di questo assedio ma è fuori dai confini che si ha ancora l’immagine stereotipata di «città tranquilla».
Libera Umbria sull’inchiesta di Repubblica. Eppure nell’inchiesta di Repubblica c’è né più né meno una fotografia fedele dell’esistente. Di quello che i cittadini, gli studenti universitari, i turisti sono in grado di vedere ad occhio nudo nel capoluogo. Il coordinamento di Libera Umbria in una nota commenta così  il lavoro di “Repubblica” pubblicato ieri nell’edizione cartacea e on line: «L’inchiesta ha il merito di accendere la luce su un fenomeno dello spaccio di droga a Perugia e nell’Umbria che Libera aveva già fotografato e denunciato nei mesi scorsi con un dossier di Libera Informazione. Davanti ai numeri e le cifre  dell’ inchiesta di Repubblica bisogna tenere alta la guardia, spesso dietro gli spacciatori ci può essere il narcotraffico e il richiamo delle organizzazioni criminali. Per tenere alta la guardia è importante proseguire su una piattaforma comune, coinvolgendo le scuole, la stampa, le istituzioni,  la magistratura, con una continua azione di sensibilizzazione. Una sorta di patto comune per la verità e la giustizia». «Dobbiamo essere tutti consapevoli che bisogna opporre una barriera alle infiltrazioni criminali qualsiasi esse siano – continua Libera Umbria. E la barriera la dobbiamo fare tutti, le antenne le dobbiamo drizzare tutti. lavorando insieme, senza drammatizzare ma con l’impegno costante di tutti e la massima attenzione, a qualsiasi livello (istituzioni pubbliche, sindacati, associazioni).  Come Libera continueremo a tener accesa la luce sul fenomeno descritto dall’inchiesta di Attilio Bolzoni convinti che per contrastare qualsiasi fenomeno illegale e criminale  un ruolo fondamentale è denunciare, informare e proporre per  evitare che  interessi contigui possano   contaminare  l’economia legale e sociale». 

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