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Condofuri (Rc), consegnati per uso sociale tre beni confiscati

Di Anna Foti il . Calabria

Erano stati destinati al comune nel 1999 e rimasti imbrigliati nella burocrazia, fino ad oggi non avevano conosciuto assegnatari ufficiali e dunque non avevano esplorato il destino per cui la legge li aveva definitivamente sottratti alle ndrine ben 13 anni prima. Invece un’amministrazione commissariata proprio per infiltrazioni mafiose, per la prima volta, li assegna socialmente ed adotta un regolamento per favorire questa fruttuosa prassi. E’ accaduto in provincia di Reggio Calabria a Condofuri dove questa mattina si è svolta la cerimonia di consegna di tre unità confiscate definitivamente, alla presenza di don Luigi Ciotti, presidente di Libera, proprio alcuni giorni dopo la grave intimidazione a Libera Reggio Calabria e al referente Mimmo Nasone . 

Si tratta di unità confiscate al crimine mafioso: due terreni di Marasà (14.620,00 mq) e Potamise (27.394,00 mq) e del fabbricato sito in Limara – via Telesio (120 mq), oggi consegnati rispettivamente alla SELA Società Cooperativa Sociale a r.l., alla A.T.S. Onlus IPF Nazionale e I.P.F. Sez. n. 55 di Condofuri, con sede a Gallico (RC) ed alla Cooperativa Sociale “La Nostra Valle” con sede in Condofuri. Al fianco della terna commissariale straordinaria, composta da Giuseppe Castaldo, Antonia Surace e Maria Laura Tortorella che da quasi due anni guidano l’amministrazione comunale, e a don Ciotti, presenti autorevoli rappresentanti di Istituzioni e Forze dell’ordine tra cui il procuratore reggente della DDA reggina Ottavio Sferlazza,la vice direttrice dell’Agenzia Nazionale Beni Confiscati e Sequestrati alle mafia, Maria Rosaria Laganà, il vicario del Prefetto di Reggio Giuseppina Maria Patrizia Di Dio Datola, l’assessore alla Legalità ed alla Cultura della Provincia Eduardo Lamberti Castronuovo ed il consigliere provinciale Pierpaolo Zavettieri, oltre che una folta schiera di sindaci del comprensorio jonico. Un momento di festa per la legalità che sfida le lungaggini burocratiche per approdare ad una svolta che produce lavoro e prospettive oltre che rappresentare un’importante pagina calabrese nel lungo cammino per una piena applicazione della legge 109 del 1996 che affianca all’aggressione mafiosa dei patrimoni illecitamente accumulati anche il riutilizzo sociale e dunque la restituzione alla collettività in termini di servizi. Una situazione, quella di questi beni infatti, sbloccata dalla terna commissariale insediata dal Viminale per il tramite della Prefettura di Reggio Calabria, all’indomani dello scioglimento per infiltrazioni mafiose deliberato dal Consiglio dei Ministri nell’ottobre del 2010. 
I tre commissari insediatisi, hanno, in questi mesi lavorato alla stesura del regolamento, strumento di trasparenza per l’assegnazione con procedura ad evidenza pubblica dei beni che, pur se lentamente e dopo oltre 15 anni dall’approvazione della legge 109, comincia a diffondersi nelle pratiche degli enti locali. Il primo comune ad adottarlo in tutta Italia fu un comune della provincia reggina, quello di Melito Porto Salvo. Le note del quartetto d’archi ‘Ensemble Piccola Orchestra’  hanno aperto e chiuso la cerimonia di consegna che si è scelto di celebrare presso lo stabile di via Telesio, solo temporaneamente adibito, in questi anni, ad ospitare alcune classi scolastiche ma adesso assegnato alla cooperativa ‘La nuova valle’ di Condofuri, presieduta da Filippo Paini, che ne farà un ostello per giovani. La cooperativa, con il supporto della stessa commissione prefettizia, è già al lavoro per reperire le risorse necessarie per adeguare la struttura. Un momento di festa e di affermazione della legalità ma anche di memoria e di profonda riflessione. Don Ciotti sul fronte dei beni confiscati, instancabilmente, invoca una Politica del fare che sblocchi le migliaia di beni – sui dodici mila totali (1720 solo in Calabria, seconda regione dopo Sicilia e Campania) – ancora sottoposti ad ipoteca bancaria o occupati dai familiari dei prevenuti, toccando anche il tasto dolente dell’accesso a misure di sostegno di carattere economico per l’effettivo riutilizzo, affinchè non si disperda la potenzialità rappresentata dall’uso sociale dei beni sottratti a chi li ha accumulati violando le leggi, inquinando interi territori e le loro economie.  
Importanti novità si registrano sul fronte europeo che adesso si prepara a far proprio il principio non solo della confisca, per altro già passato in Commissione, ma anche del riutilizzo sociale.  Immancabile il ricordo di Melissa nelle parole di don Ciotti. ‘Melissa vive, hanno scritto i suoi amici su un foglietto bianco al cimitero ed è così. Dobbiamo essere noi a farla vivere perché quella carica di esplosivo ha colpito ciascuno di noi’. L’iniziativa si è poi spostata nei locali del centro servizi di Lugarà, sempre a Condofuri, nell’occasione sarà denominata Casa della cultura e della legalità, nel cui giardino è stato piantato un albero simbolo della legalità, frutto di impegno, su impulso dell’Ufficio Territoriale per la Biodiversità del Corpo Forestale dello Stato. Anche Poste Italiane ha realizzato un apposito annullo filatelico e due folder dedicati a Falcone e Borsellino. Allestita inoltre la Mostra “La legalità nel fumetto”, curata dall’Associazione Attivamente di Lamezia Terme.   

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