Addio Melissa, ancora una volta perdonaci
Si sono svolti ieri a Mesagne i funerali di Melissa Bassi. Funerali di Stato per onorare la memoria di questa piccola vittima innocente della ferocia umana. E si sono svolti davanti a numerose autorità che, perdonatemi, non ho voglia di menzionare una per una. Non voglio fare da megafono a nessuno, né tanto meno a persone di ogni appartenenza politica che calcano la scena pubblica del nostro Paese dalla notte dei tempi. Desidererei vederli tra la gente in tempi non sospetti e non solo in queste tragedie. Non mi interessano le passerelle, amo i fatti. E la crisi economica, morale e politica che ha investito il nostro Paese rischia di spazzare via tutto e tutti. Non si sa ancora chi è stato e perché ha commesso questo crimine, ma di sicuro si può dire che è, o sono, figli di questa nostra ingiusta società. Preferisco soffermarmi sulla massiccia presenza della gente comune di Mesagne e non solo, che si è stretta in un forte abbraccio intorno a quella bara contenente il corpo senza vita di Melissa.
Fuori da una chiesa gremita c’erano diecimila cittadini idealmente stretti intorno al padre e alla madre ancora ricoverata in ospedale. L’affetto delle compagne, delle amiche hanno accompagnato Melissa. Prime che iniziasse la cerimonia funebre le compagne di classe si sono accovacciate attorno alla bara accarezzandola, quasi a voler toccare per l’ultima volta quel viso innocente, e vi hanno sistemato sopra un cuore rosso con su scritto: “Sono molte le stelle che brillano in cielo. La tua sarà la più luminosa”. Tutte le ragazze indossavano una maglietta bianca con la scritta: “Melissa, rimarrai nei nostri cuori per sempre”.
Una stella luminosa che deve rimanere nei nostri cuori per sempre. Una stella luminosa che non deve farci mai dimenticare i nostri doveri. Bisogna scongiurare il rischio che passata la commozione dei primi giorni tutto torni come prima. No. Non può e non deve essere più come prima, perché Melissa ha pagato con la vita i nostri errori. Ognuno di noi, infatti, credo abbia le sue responsabilità. Basta delegare agli altri, ognuno deve assumersi la sua quota di responsabilità. Si dice anche: Melissa è stata uccisa dallo Stato. E cos’è lo Stato, da chi è costituito e rappresentato? Lo Stato siamo noi e dobbiamo capirlo una volta per tutte. Solo così potremo essere consapevoli di poter dare concretamente il nostro contributo per una società più giusta.
Per questo dobbiamo chiedere perdono a Melissa. Per averle fatto trovare una società ingiusta e violenta, per non averla saputa proteggere e per essere stati troppo chiusi nel nostro egoismo. Perdonaci ancora Melissa, perdonaci ancora piccolo angelo.
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