Consumo critico, a Palermo in 700 dicono no al “pizzo”
Si è aperto con una visita agli stand dei commercianti l’intervento del procuratore antimafia Piero Grasso, al Giardino inglese di Palermo. Alla settima edizione della festa del consumo critico sono 63 i commercianti presenti, su oltre 700 tra quelli che hanno detto no al racket. Tra loro, il commerciante Domenico Davì, titolare di un supermercato di via Pindemonte, a Palermo, che ha subito diversi attentati e con il quale il procuratore si è soffermato per dare la propria solidarietà.”Gesualdo Bufalino diceva che per sconfiggere la mafia ci vuole un esercito di maestri elementari, ecco, nel nostro piccolo, essere alla festa di Addiopizzo con i nostri libri ha questo significato”.
Dario Carnevale, titolare dell’istituto poligrafico europeo, spiega così il senso della propria presenza alla settima edizione della festa di Addiopizzo, al Giardino Inglese. La sua casa editrice si occupa di saggi e narrativa, con un occhio particolare verso la Sicilia, e la sua impresa è una di quelle che ha scelto, tre anni fa, di aderire alla campagna di consumo critico di Addiopizzo. Tra le ultime pubblicazioni c’é il libro scritto da Elio Sanfilippo e Nino Caleca, “Perché è stato ucciso Pio La Torre”, ricostruzione storica, politica e giudiziaria dell’omicidio del parlamentare commesso 30 anni fa.
Dario confessa di essere qui nonostante la perdita del padre, editore, scomparso appena pochi giorni fa, “ma non potevo mancare a questo appuntamento, credo sia un modo per far capire a tutta la città l’importanza di essere qui, ciascuno secondo il proprio impegno”. Tra i commercianti presenti alla settima edizione di Addiopizzo c’e anche il titolare del bar e delle strutture interne al Giardino inglese, Pietro Carbocci, padre di un altro esercente della lista di consumo critico titolare del ‘Toy park’ di viale Regione siciliana che nel 2009 denunciò un tentativo di estorsione, facendo arrestare i responsabili. Ora, padre e figlio, sono insieme nella lista di commercianti che hanno scelto di dire no al pizzo.
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