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A Reggio Calabria inaugurata la bottega della Legalità ‘Dodò Gabriele’

Di Anna Foti* il . Calabria

Una giovane vita spezzata ed il sangue versato. La memoria e l’impegno, i frutti della Terra ed il riscatto della Calabria. Valori, dolore e speranza nella storia di Dodò Gabriele adesso avranno un luogo di incontro proprio presso il Consiglio Regionale della Calabria a Palazzo Campanella, a Reggio. Inaugurata infatti la bottega della legalità Libera Terra con i prodotti delle cooperative sorte sui terreni confiscati alla mafia. Una pagina di condivisione che riscatta almeno quel desiderio di memoria nato quel 20 settembre del 2009 quando il piccolo Domenico Gabriele, ricordato come Dodò, neanche undicenne, moriva. Una ferita ancora aperta nel cuore di quella famiglia che non si arrende, di papà Giovanni Gabriele e Francesca Anastasi che, non potendo attendere il ritorno di Dodò, attendono almeno giustizia, non vendetta ma giustizia. Una ferita ancora aperta in quella Calabria che non si piega, non si rassegna, non rimane indifferente e che, in ogni angolo del mondo, ricorda le vittime del male mafioso. 

Una vittima innocente di un agguato consumatosi il 25 giugno del 2009 nella polisportiva Central Park in località Margherita a Crotone, in un campo di calcio. Una vittima adottata da Libera, nomi e numeri contro le mafie, che all’unanimità ha deciso di intitolare la bottega a Reggio Calabria, provincia calabrese con il maggior numero di beni confiscati della regione. Il processo contro coloro che hanno accidentalmente ucciso Dodò, gli inquirenti ritengono che il bersaglio fosse Gabriele Marrazzo, 35 anni, morto sul colpo, è ancora in corso. Una striscia attraversa il soffitto dell’interno della bottega ed è una striscia rossa come il sangue che è stato versato dalle vittime di mafia, che dal basso sale verso l’alto in segno di speranza. Poi una serie di mensole che delineano due bambini che giocano, per non dimenticare che Dodò giocava liberamente prima che quella pallottola lo uccidesse. Nulla è casuale perché questo è un luogo di impegno e di memoria, benedetto dopo il taglio del nastro dal Vicario generale della Diocesi Reggio Calabria- Bova, don Antonino Iachino. 
La bottega, il cui progetto è stato curato da Rosa Quattrone, figlia dell’ingegnere Demetrio Quattrone ucciso dalla ndrangheta a Reggio nel 1991, sarà gestita dalla cooperativa IChora, per cui è intervenuto il presidente Dimitri Praticò, con sede a Condofuri in provincia di Reggio Calabria ma che unisce giovani calabresi e trentini nel segno dell’impegno corale per la legalità e della lotta ad un fenomeno ormai internazionale , quale la mafia. Presente dal Trentino anche Maura Gasperi. Prima del taglio del nastro, tanti gli interventi del presidente del Consiglio Regionale della Calabria Francesco Talarico che ha ribadito l’importanza di avere voluto nella Casa dei calabresi, quale la sede della massima assemblea elettiva della Regione, la bottega intitolato al piccolo Dodò. Poi ancora ha invitato a non generalizzare. ‘Sarebbe un grave errore, ha detto, ritenere che l’opera delle Istituzioni sia inutile, questo equivarrebbe a prestare il fianco a commette illegalità e favorire le mafie’. Infine l’annuncio di un impegno della Regione, già nel prossimo Piano delle Opere Pubbliche, per il riutilizzo dei beni confiscati in Calabria. Intervenuto anche il presidente della Commissione regionale contro il fenomeno della ndrangheta , Salvatore Magarò, la coordinatrice nazionale di Libera, Gabriella Stramaccioni, il referente di Libera Reggio Domenico Nasone. ‘Significativa per Reggio Calabria e per la Calabria, ha sottolineato Gabriella Stramaccioni, l’inaugurazione della bottega della Legalità, quale presidio per valorizzare i prodotti delle terre confiscati e riutilizzate da cooperative, proprio solo alcuni giorni prima del trentesimo anniversario dell’omicidio di Pio La Torre’. Il segretario regionale del Partito dei Comunisti Italiani in Sicilia, fu infatti assassinato a Palermo il 30 aprile dl 1982. A lui si deve l’intuizione della confisca dei beni ai mafiosi con la legge Rognoni-La Torre. 
Gremita la sala Nicholas Green di palazzo Campanella. Presenti autorevoli presenze tra cui il procuratore generale presso la Corte di Appello di Reggio Calabria Salvatore Di Landro, il consigliere regionale Candeloro Imbalzano, il vice presidente della Giunta Provinciale di Reggio Calabria Giovanni Verduci, l’assessore alla Cultura ed alla Legalità Eduardo Lamberti Castronuovo che a nome della Provincia di Reggio, grande apprezzamento ha espresso per la scelta del nome cui intitolare la bottega. Tante le rappresentanze istituzionali, delle forze dell’Ordine delle associazioni. Molti familiari di altre vittime e testimoni di giustizia ed i rappresentanti dei coordinamenti locali calabresi e trentini di Libera. 

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