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Torino, si toglie la vita boss che si era “dissociato” dalla ‘ndrangheta

Fonte: Narcomafie.it il . Piemonte

Giuseppe Catalano, tra i più importanti esponenti della ‘ndrangheta torinese, si è buttato dalla finestra della sua villetta di Volvera, dove si trovava agli arresti domiciliari, dandosi la morte. Catalano era stato arrestato durante l’operazione Minotauro, condotta dai carabinieri del Comando Provinciale di Torino nel giugno 2011. Indagine monumentale contro l’infiltrazione della criminalità calabrese in Torino e provincia: 172 imputati, molti già a processo. Tra questi proprio Giuseppe Catalano. “I numerosi elementi hanno dimostrato – si legge negli atti dell’inchiesta Minotauro – sia l’appartenenza di Catalano all’associazione in argomento, sia il particolare ruolo di assoluto rilievo da lui ricoperto: tale carica lo ha portato a essere protagonista di varie vicende inerenti l’intero sodalizio nella sua dimensione territoriale piemontese”.
Il padrino però era malato, una malattia recentemente aggravatasi che ha portato la custodia cautelare in carcere a mutarsi in arresti domiciliari. Forse proprio la malattia è stata la causa del suo recente dissociarsi dalla ‘ndrangheta: ”Ammetto di aver aderito all’organizzazione di cui sono accusato ma non intendo più farne parte”. Così, con una lettera inviata al tribunale e alla procura, Giuseppe Catalano, considerato un padrino della ’ndrangheta e capo locale di Siderno a Torino, si era dissociato di recente dall’organizzazione criminale.
Il suo fisico era provato dalla carcerazione e da una malattia che si stava aggravando. Ieri ha deciso di farla finita buttandosi dal primo piano della sua villetta. Una volo di circa sei metri. Nella caduta ha riportato un grave trauma cranico. La figlia era in casa. Ha sentito un tonfo. Si è affacciata alla finestra e ha dato subito l’allarme. Giuseppe Catalano è stato trasportato in ambulanza al pronto soccorso dell’ospedale San Luigi di Orbassano. È arrivato alle 16,15. Era in arresto cardiaco.

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