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La rivolta antimafia passa anche attraverso la storia di Margherita Asta

Di Rino Giacalone il . Sicilia

E’ stato il riconoscimento di don Luigi Ciotti ad una delle ragazzine di questa terra che a 10 anni subì la violenza mafiosa stragista che le strappò la mamma ed i suoi due fratellini. Testimone dei familiari delle vittime d’Italia, testimone dimenticata come tutti gli altri da uno Stato che ancora oggi non riesce a dire a lei e ai migliaia di altre persone perchè le mafie hanno compiuto gli orrendi delitti dei loro congiunti. Uno Stato che abdica, continuamente. I familiari delle vittime hanno conosciuto il sostegno di Libera: “Grazie Libera – ha detto Margherita Asta parlando lo scorso 17 marzo dal palco della manifestazione di Genova contro tutte le mafie – in questi 17 anni (da quando Libera è nata ndr) molti di noi sono diventati adulti, padri, madri, nonne e  nonni. Libera ci ha accompagnati e ci accompagna in questo cammino. Per molti di noi rappresenta una grande famiglia, quella che le mafie ci hanno tolto. Grazie per l’abbraccio che ci arriva da Genova. Grazie per l’abbraccio che ci arriva oggi da tutti voi arrivati da molte città italiane. Siamo più di 500 familiari qui oggi per continuare insieme a voi percorsi di giustizia”.
Uno Stato distante ancora oggi. Cittadini distanti perché è da “noi”– cittadini – che lo Stato è costituito: “La morte di Barbara, Giuseppe, Salvatore, Renata, Vincenzo, Giovanbattista, Domenico, Rita, Emanuela, Giacomo e di tutti gli altri – ha proseguito Margherita Asta – non deve essere vana. Dobbiamo sentire tutti la responsabilità della memoria. Questo paese ha bisogno di cambiare! Ciascuno di noi deve fare la propria parte! Non possiamo delegare tutto alla politica”. Continuando poi un preciso appello al Parlamento: “Con coraggio deve approvare leggi che impediscano agli indagati e imputati di reati di mafia e corruzione l’accesso a ruoli di rappresentanza. Deve altresì tutelare e garantire i magistrati che indagano sui rapporti tra mafia e parti corrotte delle istituzioni. Chiediamo che venga approvata una legge che possa colpire con più efficacia il reato di corruzione, sempre più diffuso nella nostra società!”.
E’ stato certamente un caso che a parlare sia stata Margherita a Genova. O forse no? Certo è che Margherita è figlia di una terra, quella di Trapani, che per decenni ha negato l’esistenza della mafia, anche davanti ai morti straziati da quel tritolo mafioso di Pizzolungo destinato al pm Carlo Palermo che è rimasto illeso e che però dallo Stato è stato poi moralmente ucciso, e che oggi ci dice che la mafia è stata sconfitta, come dire che è inutile ancora tenere alta la guardia. E allora oggi in questa terra trapanese sta accadendo di tutto per dire che è inutile parlare contro le mafie, considerato anche che corrotti, prescritti, favoreggiatori, indagati e personaggi sotto processo possano presentarsi tranquillamente agli elettori. Che possono candidarsi soggetti che continuano a stringere le mani dei mafiosi e dei loro complici, di truffaldini, senza che però a questi può essere detto nulla, perché se si obietta qualcosa si passa per strumentalizza tori oppure ti tirano in ballo le indipendenti scelte magari dei tuoi figli. Succede questo a Trapani. Succede che l’accorato appello di Margherita Asta non è arrivato in città, nessuno lo ha raccolto, ma state sicuri tanti lo hanno conosciuto.
Ma il lavoro di Margherita Asta e di Libera non si ferma. Caparbia lei, Margherita, insiste a nome dei tanti familiari: “Chiediamo che venga approvata una legge che equipari in via definitiva le vittime della criminalità organizzata, del dovere e del terrorismo. La Costituzione non fa differenza, la legislazione ancora oggi si. hiediamo che il 21 marzo venga riconosciuto come giornata nazionale della memoria e dell’impegno. Giorno della memoria che vuole e deve farsi impegno. Le vite delle nostre mamme, dei nostri papà, dei nostri fratelli, delle nostre sorelle hanno uguale dignità, e per noi famigliari il 21 marzo rappresenta tutti i nostri cari”.
A Pizzolungo c’è una stele, presto nascerà un parco della memoria sul luogo della strage: “Sulla stele che ricorda mia madre e i miei fratelli c’è scritto “rassegnati alla morte e non all’ingiustizia le vittime del 2 aprile attendono il riscatto dei siciliani dal servaggio della mafia” Non facciamoli attendere ancora. Tutti insieme possiamo riscattare il nostro paese, conoscere la verità e affermare giustizia. Insieme possiamo segnare il nostro presente e scrivere pagine diverse di storia illuminate dal sole di un’eterna primavera. Spero che non siano più lacrime a bagnare la nostra terra, spero che tanto dolore abbia fatto e faccia germogliare il seme del coraggio e della responsabilità. Coltiviamolo con passione e amore perché nella vostra vita e nella mia risplenda il sole ogni volta che un bimbo sorride”. Vogliamo vederti sorridere presto, Margherita.

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