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La sera andavamo in via Durini

Da Il Corriere della Calabria il . Calabria

Il “Corriere della Calabria”, nell’edizione che va in edicola domani, dedica un ampio reportage e la storia di copertina alle infiltrazioni della ‘ndrangheta a Milano e ai suoi rapporti con esponenti della Lega Nord. Tra i documenti che verranno pubblicati, anche una serie di intercettazioni che ricostruiscono i rapporti intercorsi tra il consulente legale Bruno Mafrici e big della politica calabrese come il governatore Giuseppe Scopelliti e l’assessore regionale Mario Caligiuri.
In un’intercettazione è Giuseppe Sergi, ex assessore al Comune di Reggio Calabria e oggi nominato da Scopelliti commissario all’Asi di Reggio Calabria e Gioia Tauro, a riferire con entusiasmo la portata della riunione milanese. Sono le 15 del 14 aprile 2011. Sergi chiama Mafrici: «Siamo stati là fino alle dieci, …. È venuta un sacco di gente».
Mafrici: «Sempre là?».
Sergi: «Sì! Poi è arrivato Demi, c’era il direttore generale dell’agricoltura è arrivato Mario Caligiuri… l’assessore alla Cultura della Regione Calabria…, c’era Franco Zoccali…, insomma tutta la Regione… Sembrava la cosa della Regione».
In precedenza, in un’altra telefonata, Mafrici rassicurava Sergi sul fatto che il Presidente era arrivato ed era rimasto ospite a casa sua dove «si è incontrato con Lino (Guaglianone, ndr) e hanno parlato di un po’ di cose. Ma il Presidente è un po’ turbato perché a Roma è un momento particolare».
In altre intercettazioni che domani il Corriere della Calabria pubblica, si parla dei protagonisti reggini dell’inchiesta che ha portato alla scoperta delle infiltrazioni mafiose nella “Multiservizi” del Comune di Reggio Calabria e dei preoccupati commenti che seguivano la diffusione di tali notizie sui giornali locali e sul sito Strill.it. Dall’inchiesta emergerebbe una tesi devastante: «È la ‘ndrangheta che mette a disposizione della malapolitica i propri canali per il riciclaggio dei soldi sporchi. All’esito della riunione di coordinamento tenuta nel capoluogo lombardo dai magistrati delle Procure di Reggio Calabria, Napoli e Milano dopo le perquisizioni del 3 aprile scorso, non vi sono più dubbi sul punto. E le prove documentali non mancano».
Tutto ruota attorno alle figure di due big criminali del calibro di Paolo Martino e Vittorio Canale, nonché dei loro agganci nel mondo dell’intermediazione finanziaria, da Romolo Girardelli (“L’Ammiraglio”) a Bruno Mafrici.
Ed è proprio nello studio di quest’ultimo, nella centralissima via Durini a pochi passi dal Duomo, a Milano, che gli inquirenti identificano la base operativa dove la politica incontrava gli ambasciatori finanziari della ’ndrangheta e con loro stendeva accordi e faceva affari.
Ed in Calabria porta anche la pista relativa alle operazioni sospette imputate in capo alla Siram Spa: «L’ombelico del mondo, con riferimento agli affari calabresi ed ai convergenti interessi di uomini politici, riciclatori di professione ed esponenti di rango della ‘ndrangheta, sembra essere collocato ad oltre mille chilometri da Catanzaro ed esattamente in via Durini 14, dove ha sede lo studio legale di Bruno Mafrici. Qui, infatti, compaiono anche alcuni alti dignitari della Siram Spa, una delle aziende che, secondo la traccia fin qui seguita dagli inquirenti, era al centro delle attenzioni e delle coccole della politica e dei suoi referenti criminali. Una informativa della Dia ricostruisce gli interessi calabresi della Siram che in Calabria ha aperto i suoi uffici a Lamezia Terme e a Villa San Giovanni. In Calabria la Siram ha già collezionato appalti e concessioni a dir poco sostanziose. Di questi si parla anche in intercettazioni telefoniche e ambientali ora al centro delle indagini del sostituto procuratore distrettuale Giuseppe Lombardo. In particolare c’è il riferimento ai rapporti triangolari intercorsi tra amministratori regionali della Lombardia e della Calabria con la società Infrastrutture Lombarde e con due dirigenti della Siram».

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