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Io studentessa di “terra di mafia” lavoro in nero a Perugia

Di Maurizio Troccoli* il . Calabria, Umbria

Con le lacrime agli occhi e le parole franche di chi deve farsi un
minimo di coraggio nel pronunciarle, una studentessa originaria di
Lamezia Terme chiede di intervenire nell’aula dell’università perugina
che ha ospitato il procuratore nazionale Antimafia Pietro Grasso, per
denunciare la sua difficoltà a laurearsi a Perugia: «Lavoro a nero e
mando i soldi alla mia famiglia che vive con 400 euro al mese e
all’università non gliene frega niente».

LA DENUNCIA. GUARDA IL VIDEO

Il gelo in aula E’ gelo in aula dopo le prime parole
della studentessa del sud, di quel sud dove «non si può – dice –
neppure respirare», ma dopo il suo intervento parte un forte applauso
come ad esprimere una condivisione a una denuncia, il cui contenuto pare
noto. Anche ai docenti tra cui c’è chi solleva la questione etica: «C’è
bisogno di etica – dice un professore al microfono – anche
nell’università di Perugia e non voglio aggiungere altro perchè potrei
dire molte cose sgradevoli».

La testimonianza «Sono iscritta all’università di
Perugia da 5 anni – dice la giovane rivolgendosi al procuratore Pietro
Grasso e a tutti i presenti – ma non mi sono ancora laureata perchè
lavoro e studio, ma l’università non mi viene incontro, non gliene frega
niente. Lavoro in nero anche a Perugia. Vorrei dire di evitare di
sghignazzare appena incontrate qualcuno del sud. Succede anche in questa
università e anche con alcuni professori. Pensate che noi viviamo in un
posto in cui non possiamo neanche respirare. Ho molto più rispetto per
il procuratore che per tutta l’università di Perugia e per tutte le
università d’Italia».

Il rapporto con l’università e il futuro «Mi è
successo anche di aprire il libretto all’esame e sentirmi dire ‘ah
Lamezia Terme’ con aria schifata. Spero di laurearmi con i miei sforzi
poichè l’università non mi ha aiutato, visto che lavoro in nero e non
posso essere una studente lavoratrice. Spero di poter fare qualcosa per
la mia terra».

* Fonte:Umbria24.it

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