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Mafia, sigilli al patrimonio miliardario del re della Valtur, Carmelo Patti

Di Rino Giacalone il . Sicilia

E’ uno dei nuovi capitoli dell’infinita lotta, nonostante tutto e
tanti, contro il potere economico di Cosa nostra. Lo scenario che si
aprira’ il prossimo 20 aprile dinanzi al Tribunale delle misure di
prevenzione di Trapani, collegio presieduto dal giudice Piero Grilo,
potrebbe portare ad uno dei piu’ ingenti sequestri di beni degli ultimi
tempi, forse addirittura senza precedenti, sequestro da record.

Al vaglio dei giudici e’ finito un rapporto della Dia che ha acceso i
riflettori sui possedimenti di uno dei piu’ noti imprenditori della
Sicilia, il castelvetranese Carmelo Patti che in poco tempo dalla
gestione di una serie di imprese e società dell’impero-indotto Fiat e’
passato a gestire uno dei colossi del turismo, l’impero Valtur. Una
scalata che non sarebbe cominciata per caso, dietro secondo il rapporto
della Dia la potenza mafiosa della famiglia belicina dei Messina Denaro,
anche lor di Castelvetrano, come il re della Valtur, Carmelo Patti.
Prestanome l’accusa mossa contro Patti, che in tasca continuerebbe ad
avere un avviso di garanzia per favoreggiamento al super boss latitante
Matteo Messina Denaro, avviso di garanzia firmato dai pubblici ministeri
Paolo Guido e Marzia Sabella, i magistrati che stanno coordinando le
indagini che puntano alla cattura del boss latitante dal 1993. Patti e’
uno degli indagati dell’operazione cosiddetta Golem che divisa in due
tronconi e’ gia’ approdata nelle aule dei Tribunali.

Il procedimento nei
confronti di Carmelo Patti prendera’ il via il prossimo 20 aprile,
pubblico ministero sara’ il sostituto procuratore Andrea Tarondo, il
confronto tra le parti avverra’ sula base di un dettagliato rapporto
della Dia che ha fatto i conti in tasca al patron della Valtur,
giungendo alla conclusione che per 5 miliardi di euro di patrimonio
diviso tra la Sicilia e il nord Italia dovrebbe scattare il sequestro e
quindi la confisca. Patrimonio mafioso secondo la Dia, arricchimento
illecito, nelle casseforti della Valtur il sospetto e’ quello che sia
avvenuto uno dei piu’ ingenti riciclaggi della storia della mafia
siciliana. il Tribunale delle Misure di prevenzione ha respinto la
proposta di sequestro preventivo (cosa che per esempio fu fatta per
l’impero dell’ ex deputato regionale della Dc, Pino Giammarinaro) e
pero’ ha deciso di svolgere un’attività ricognitiva preventiva,
decidendo di applicare una norma del codice che a proposito di misure di
prevenzione non ha avuto molte applicazioni e cioe’ quella di andare a
sentire, nella forma collegiale, alcuni pentiti. L’atto di accusa nei
confronti di Carmelo Patti si compone anche delle confessioni di tre
collaboratori di giustizia, il cosiddetto ministro dei lavori pubblici
di Totò Riina, Angelo Siino, che ha riferito di un faccia a faccia tra
Carmelo Patti e il patriarca della mafia belicina, Francesco Messina
Denaro, ci sono le rivelazioni di Nino Giuffre’, ex braccio destro di
Bernardo Provenzano, e ancora del pentito Giovanni ingrasciotta, un
“picciotto” che nel 1998 doveva essere ucciso da Vito Panicola,
consigliere provinciale della Dc, diventato sicario di mafia per ordine
del consuocero, Don Ciccio Messina Denaro: Giovanni Ingrasciotta sfuggi ‘
alla morte perché Vito Panicola per sbaglio uccise il figlio, Giuseppe,
che lo accompagnava in quella missione di morte, Panicola fu arrestato e
condannato all’ergastolo, e’ morto qualche anno addietro in cella;
Ingrasciotta oggi e’ invece sotto processo per una presunta estorsione
in nord Italia dove nel frattempo si e’ trasferito, estorsione per la
quale avrebbe speso il nome del latitante Matteo Messina Denaro. Carmelo
Patti tempo addietro fini’ sotto processo davanti al Tribunale di
Marsala per la gestione che secondo la Procura era fuorilegge delle sue
imprese dell’indotto Fiat, usci’ assolto, ma le ombre restarono a girare
attorno a lui, gia’ per la sola circostanza che commercialista di
fiducia era Michele Alagna, il cognato di Matteo Messina Denaro: Michele
Alagna e’ infatti il fratello di Francesca la donna che ha dato a
Matteo una figlia, Lorenza, che oggi frequenta una scuola superiore di
Castelvetrano, Francesca e la figlia vivono nella casa della nonna
Lorenza, circondati da un’atmosfera di viva adulazione per i due potenti
mafiosi della casa, Francesco e Matteo. una vita trascorsa nel ricordo e
nel rispetto dei due, senza se e senza ma.

Le intercettazioni delle
indagini Golem hanno pero tradito il fastidio dell’anziana Lorenza per
il fatto che la giovane nipote e’ cresciuta senza avere mai potuto
incontrare il padre. Tornando a Carmelo Patti c’ e’ da dire della
fiducia che ha sempre riscosso presso determinati ambienti istituzionali
tanto, si dice, da potrebbe usufruire delle motovedette della Polizia
quando a Favignana lavorava per aprire un villaggio Valtur, per lui
raccomandazioni che arrivavano dall’interno del Governo Berlusconi. Di
ente pero’ per Patti sono cominciate le sventure, prima dell’odierna
proposta di sequestro dei beni, il commissariamento della Valtur deciso
dal ministero dello sviluppo economico.

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