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Da Cittanova, Reggio Calabria, a Milano, l’ascesa della famiglia Facchineri

Di Anna Foti il . Calabria, Lombardia

Protagonista della sanguinosa faida degli anni Settanta, oggi riferente in Lombardia di una fitta rete criminale le cui maglie arrivano fino in Emilia Romagna. Il fronte è quello del riciclaggio e dell’estorsione. Di alcune settimane fa l’operazione delle Fiamme Gialle, ribattezzata infatti ‘Black Hawks’, falchi neri forse anche per richiamare l’assonanza con Facchineri, il cognome della famiglia originaria di Cittanova in provincia di Reggio Calabria adesso trapiantata nella capitale lombarda tra quelle colpite, nelle persone dei cugini Vincenzo e Giuseppe, dalle ventitre ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse ieri dalla Procura di Milano ed eseguite dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria e del Gruppo Pronto Impiego di Milano della Guardia di Finanza. 

L’indagine delle Fiamme Gialle ha portato in luce una fitta rete creatasi attorno alla famiglia cittanovese, che continua a mantenere i legami con la Calabria, in particolare con gli Arena del crotonese ed i Pesce del reggino. Contestati vari reati tra cui riciclaggio, impiego di denaro di provenienza illecita, estorsione, sostituzione di persona, trasferimento fraudolento di valori, associazione a delinquere, furto aggravato, ricettazione, evasione e corruzione, si tratta di un vicebrigadiere dei carabinieri di Monza, Salvatore Russo.  Alcune delle ipotesi di reato sarebbero aggravate dal metodo mafioso. 22 le ordinanze di custodia cautelare in carcere ed una agli arresti domiciliari, firmate dal gip Luigi Varanelli su richiesta del pm della Dda milanese Giuseppe D’Amico. Tra gli altri destinatari dell’ordinanze di custodia cautelare anche Orlando Purita (50) e Gianluca Giovannini (46), “mediatori” del clan, il secondo dei quali broker del settore nautico ; Stefano Scatolini (45); Graziella Zanotti (45); Carmine Cambareri (50) e Salvatore Muià (42). Ad altri 14 indagati il provvedimento restrittivo è stato notificato in carcere.  Disposto anche il sequestro di beni mobili ed immobili per oltre 5 milioni di euro.  In barba a chi ritiene di poter dare lezioni di coraggio e legalità agli imprenditori del Sud, purtroppo vittime delle estorsioni sono imprenditori lombardi, nessuno dei quali ha mai denunciato.

Questo un dato evidenziato dal Comandante del Nucleo di Polizia Tributaria di Milano, il colonnello Vincenzo Tomei.  Tra le vittime, che a loro volta sono però indagate in un’altra inchiesta, ci sono due imprenditori del settore nautico tra i quali Giulio Lolli, ex titolare della società Rimini Yatch, che risulta latitante in Libia.  Le indagini, avviate alle fine del 2007 sul traffico di droga, si sono negli anni estese alle attività illecite della cosca Facchineri di Cittanova, quali appunto il riciclaggio dei proventi dello spaccio e l’estorsione. Prezioso l’accorto apporto di due mediatori, uno attivo nel Milanese e l’altro nel Bolognese, Gianluca Giovannini e Orlando Purita, arrestati con l’accusa di aver prestato denaro a imprenditori in difficoltà con tassi intorno al 20% mensile, di cui il 15% per conto dei Facchineri, ed il restante 5% per loro.  Anche a Torino la Dia ha proceduto con un ingente sequestro di beni per un valore di dieci milioni di euro nei confronti di un’articolazione della Ndrangheta in Piemonte, accusata di avere riciclato i proventi del narcotraffico in investimenti immobiliari e nella gestione di importanti appalti pubblici. Tra i beni confiscati vi sono ville, abitazioni, aziende agricole e terreni edificabili ubicati in Piemonte, Lombardia e Calabria. I beni e patrimoni confiscati fanno riferimento all’operazione ‘Pioneer’, scattata nell’ottobre 2008, sul riciclaggio del denaro che proveniva dalla vendita di stupefacenti ed era investito in beni immobili, terreni ed edifici. I beni confiscati appartengono quasi tutti a società facenti riferimento ai piemontesi Ilario D’Agostino, 49 anni in carcere dall’operazione Minotauro del giugno 2011 dopo un provvedimento quinquennale di obbligo di fissa dimora nel Comune di residenza, e Francesco Cardillo, 44 anni, già ai domiciliari. Confiscati, infatti, tutti i beni intestati a Ediltava Srl.

Tra i beni, spicca la villa di Legnano di Cosimo Barranca, capo della “locale” di Milano, considerato uno dei vertici della ‘ndrangheta lombarda, arrestato a luglio 2010.

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