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Gli avvocati di Bertolaso: non siamo al corrente dell’inchiesta

Di Angelo Venti il . Abruzzo

«Mi domando che cosa c’entri Bertolaso con le procedure di gara per i bagni chimici nelle tendopoli – ha commentato l’avvocato difensore di Bertolaso, Filippo Dinacci – Non sono mai stato avvisato né dalla procura dell’Aquila né da quella di Roma, quindi, non sono al corrente dell’esistenza di questa inchiesta». Il commento di Dinacci è all’articolo, a firma Marcello Ianni, apparso il 6 marzo su “Il Messaggero”. Nell’articolo si rendeva nota la conclusione delle indagini relative all’inchiesta della Procura dell’Aquila per l’appalto dei bagni chimici nelle tendopoli. La notizia, non fosse altro che per il “Bertolaso indagato per la cacca“, è rimbalzata su molti organi d’informazione. Si scopre così che l’inchiesta originaria è ora divisa in due tronconi: uno con ipotesi di reato di truffa per la gestione del servizio nelle tendopoli (che resta alla Procura dell’Aquila); l’altro relativo alla stipula del contratto tra Protezione civile e ditta Sebach, per competenza passato alla Procura di Roma, che vede Bertolaso indagato per abuso d’ufficio insieme ad altre quattro persone. Ma torniamo alla domanda iniziale dell’avvocato Dinacci: «Cosa c’entra Bertolaso con le procedure di gara per i bagni chimici nelle tendopoli?».

Secondo alcune testate gli inquirenti avrebbero trovato negli atti solo un certificato senza data. Forse. Ma le cose non starebbero proprio così, il nome di Bertolaso e almeno di un altro degli indagati spunterebbero anche in altri documenti. Ricordiamo che a far scoppiare l’affaire bagni chimici fu il presidio aquilano di Libera e la testata site.it, che già dalle prime settimane dopo il terremoto raccolsero elementi e materiali poi pubblicati nel 2010 in un dettagliatissimo dossier dell’associazione antimafia. Furono alcuni componenti del presidio a registrare, la sera del 23 aprile 2009, una conversazione con un gestore del servizio di pulizia ed espurgo dei bagni Sebach che, nelle sue esternazioni, parla dei rapporti con la protezione civile anche per l’affare rifiuti in Campania.

Mentre racconta alcuni dettagli del loro arrivo a L’Aquila, quel gestore nomina esplicitamente Bertolaso: «Noi abbiamo il contatto… con la Protezione Civile… con Bertolaso». Qualche settimana dopo parte l’inchiesta: il file audio, insieme ad altro materiale, viene acquisito dal capo della squadra mobile dell’Aquila, dott. Salvatore Gava. Il 25 dicembre 2010 uno stralcio di quella conversazione viene pubblicata dalla trasmissione di rai 3,“Ambiente Italia“..  [si veda dal 28° minuto e 54 secondi sino al 29° minuto e 5 secondi] 

Ma questa registrazione non è il solo elemento. Pare che a firmare i primi ordinativi di bagni chimici fu proprio Bertolaso, allora numero uno della Protezione Civile. Il resto degli ordinativi fu firmato dal Dr. Angelo Borrelli, allora Direttore dell’Ufficio amministrazione e bilancio, poi promosso a Vice capo dipartimento, anch’egli indagato in questo procedimento.  Alla fine, la  spesa totale arriva a 34 milioni di euro per circa 4000 bagni chimici comprensivi di 4 pulizie al giorno. Come già scritto nel dossier, un servizio decisamente eccessivo per cui ogni ospite delle tendopoli poteva produrre fino a 100 litri al giorno di deiezioni. Questo aspetto, insieme a quelli legati allo smaltimento di migliaia di metri cubi di liquami, lo affronteremo in dettaglio nei prossimi articoli relativi al troncone d’inchiesta rimasto presso la Procura aquilana.

 Torniamo agli ordinativi per l’emergenza terremoto. Come faceva notare già nel 2010 Libera nel suo dossier, quelli richiesti alla società Sebach – che capeggiava un’Ati di 7 imprese – furono fatti in forza di un contratto (rep. 535 del 24 maggio 2005), che era già scaduto nel maggio del 2008. Nonostante le norme nazionali ed europee lo vietassero, lo stesso contratto era stato prorogato più volte ad opera sia del Dr. Bertolaso che del Dr. Borrelli.  L’ultima proroga – coincidenza singolare – era stata concessa proprio il 30 marzo 2009, il giorno in cui vi erano state ulteriori forti scosse che avevano alimentato il panico tra la popolazione. Così, nelle stesse ore in cui il Dipartimento nazionale di protezione civile, violando le norme, concede alla Sebach l’ennesima proroga per il noleggio dei bagni chimici, Bertolaso decide di convocare per il giorno dopo la riunione della Commissione Grandi Rischi con la famosa telefonata: «Io non vengo, ma vengono Zamberletti, Barberi, Boschi, quindi i luminari del terremoto d’Italia. Li faccio venire all’Aquila o da te o in prefettura, decidete voi, a me non frega niente, di modo che è più un’operazione mediatica, hai capito?» 

* L’articolo è a cura di Angelo Venti, referente di Libera per L’Aquila e pubblicato sul portale www.site.it

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