La Sicilia antimafia un modello per l’Europa
“Inaspettato” o meglio “impensabile”: questo si può dire del premio Mauro Rostagno che l’I. I. S. S. “Don G. Colletto” di Corleone ha vinto il 3 marzo scorso a Calatafimi Segesta. Il concorso quest’anno consisteva nell’ elaborare alcune domande in merito al “ruolo della società civile nella lotta alle mafie” e scegliere i possibili portavoce della scuola che hanno realizzato, davanti al pubblico, l’ntervista con un protagonista della lotta alle mafie. Al cine-teatro di Calatafimi, tribuna e platea brulicano di ragazzi che attendono ansiosamente la selezione.
Chiamati i capigruppo e invitati a salire sul palco, la presentatrice, Francesca Rispoli, dà il via all’intervista. Ansia, nervosismo, paura di sbagliare: gli stati d’animo che percorrono i giovani partecipanti. I ragazzi hanno lo sguardo fisso sull’intervistato che quest’anno è il magistrato Gian Carlo Caselli, e raramente lo distolgono. «La mafia esiste da duecento anni» asserisce Caselli. Con voce fiera e appassionata riesce in maniera sublime ad emozionare e al contempo mettere a proprio agio i giovani partecipanti. Come definire il procuratore? Emblema di giustizia e legalità? Scontato, sottinteso, prevedibile. Grande uomo con grande umanità? Non solo. Il procuratore è una figura tanto imponente nella storia della lotta contro la mafia, quanto normale nella realtà, è capace di travolgere con la sua cultura e assieme di placare gli animi.
Il “Faccia a Faccia” si svolge in maniera scorrevole ma con un ritmo intenso. Posti i quesiti scritti in precedenza, i cinque finalisti si lanciano sulla cosiddetta “domanda a braccio”, ovvero non preparata ma scaturita dalle risposte del magistrato. Emergono temi dubbiosi e ardui che danno corpo all’intervista. Caselli, come risposta alla prima domanda, dice: «Oggi i boss sono uomini e donne apparentemente normali che si mimetizzano e si arricchiscono». Così si tocca il problema della cosiddetta “categoria grigia” dei boss contemporanei che si fondono e confondono tra la folla, non esibendosi come facevano una volta i loro predecessori. Caselli continua parlando dell’ ‘’Antimafia del giorno dopo”, poiché, nonostante la sofferenza al primo impatto, dopo eventi tragici importanti la coscienza civile non approfondisce, non studia, non si impegna. Si pone l’accento sul consumo critico e sulla mancata pubblicità dei prodotti, frutto del lavoro nei territori confiscati alla mafia.
Caselli parla con assoluta chiarezza del contagio mafioso in tutta la penisola italiana e cita, orgogliosamente, un’intervista rilasciata da Dalla Chiesa nell’estate 1982 al giornalista da poco scomparso, Giogio Bocca. L’intervista prosegue convergendo su argomenti quali responsabilità politiche e disamore dominante verso la politica, per poi finire con il futuro nero che sembra attendere i giovani. Terminato il “Faccia a Faccia”, l’intervistato incoraggia i partecipanti.
Chi si aggiudicherà il primo premio? Il presidente della Commissione, Salvatore Cusimano, per creare suspense legge la motivazione: vincono la “genuinità espressiva, la profondità e l’intensità del linguaggio”, viene detto il mio nome, Bianca Rumore: il “Don Colletto” si aggiudica il primo premio. La Commissione, composta dai giornalisti: Salvatore Cusimano, Rino Giacalone , Manuela Modica, Davide Mancuso e Renato Camarda, saluta i partecipanti e si complimenta con loro.
Tutti gli studenti, onorati e confusi per i tanti complimenti, sorridono e prendono posto al centro del palco per le foto.
* Bianca Rumore è la portavoce del gruppo di studenti del Liceo Don Colletto di Corleone, vincitore dell’edizione 2012 del premio di giornalismo scolastico dedicato al giornalista, Mauro Rostagno
Trackback dal tuo sito.