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Calabria, la Cassazione conferma l’arresto di Rocco Bellocco

Di Anna Foti il . Calabria

In una località di Zimbarìo nel comune di Rosarno, in una zona rurale coltivata ad agrumeto, Rocco Bellocco, resosi irreperibile, è stato rintracciato e arrestato nel pomeriggio di sabato dal personale della Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Reggio Calabria, unitamente al Commissariato di Gioia Tauro. Così è iniziata qualche giorno fa la detenzione presso la casa circondariale di Palmi per Rocco Bellocco, classe ’52, condannato lo scorso 8 novembre e 13 anni ed otto mesi di reclusione per associazione a delinquere di stampo mafioso.

 La sentenza del Tribunale di Palmi era stata emessa a seguito dell’operazione ‘Rosarno è nostra’. L’uomo, che gli inquirenti descrivono come pluripregiudicato, era stato destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Reggio Calabria nel 2009, poi revocata in sede di riesame con conseguente scarcerazione dello stesso Bellocco, e che solo qualche giorno fa, dopo l’esperimento dei gradi fino alla Cassazione, è divenuta esecutiva e definitiva. 

All’epoca i provvedimenti furono svariati: 6 decreti di fermo di indiziato di delitto, emessi dalle Direzioni Distrettuali Antimafia di Reggio Calabria e Bologna, nei confronti di elementi di spicco della consorteria mafiosa dei Bellocco di Rosarno, tutti responsabili di appartenere ad una associazione per delinquere di stampo mafioso operante nella piana di Gioia Tauro con diramazioni in Emilia Romagna.  Le indagini avevano registrato un conflitto tra la famiglia dei Bellocco e quella degli Amato, entrambe originarie di Rosarno, ma trapiantate in Emilia Romagna. Alla base di rancori e ritorsioni la morte di Cosimo Amato (cl. ’59), assassinato in Rosarno il 11 settembre 1989, e la scomparsa Mario Amato (cl. ’61), vittime presumibilmente di un atto di “lupara bianca”.

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