La mappa nel Salento della nuova Sacra Corona Unita
C’ è un capitolo della relazione annuale del Procuratore Cataldo Motta sullo stato della criminalità organizzata nel Salento che si intitola: «La seconda generazione della Scu». IL capo della Procura salentina descrive il passaggio del testimone dai boss storici della Scu alle nuove generazioni. Dai vecchi capi ai figli, fino ad arrivare ai nipoti. La nuova geografia della Scu, secondo l’ alto magistrato, comprende centri come Monteroni, Gallipoli, Squinzano, Matino e Parabita, Lecce e Martano. Ma anche Tuturano, frazione di Brindisi, vicina alla provincia di Lecce. A Monteroni (LE), scrive Motta, il clan dei fratelli Mario ed Angelo Tornese è adesso guidato dai figli di Mario, Ivan e Mariolino. Il primo, già arrestato nel 2005 nell’ operazione “Rinascita”, a giugno dell’ anno scorso è stato condannato per mafia con l’ accusa di essersi occupato del mantenimento delle famiglie dei detenuti in carcere.
A Gallipoli (LE), invece, Angelo Padovano, 22 anni, avrebbe raccolto l’ eredità del padre Salvatore, ucciso il 6 settembre del 2008. Un’ eredità conseguente anche all’ arresto dello zio Rosario in carcere con l’ accusa (poi confessata), di essere stato il mandante dell’ omicidio. Angelo Padovano è stato chiamato a testimoniare nel processo sull’ assassinio del padre: il 27 ottobre scorso venne richiamato dal Presidente della Corte d’ Assise, Roberto Tanisi, per l’ atteggiamento ostile e reticente che stava per costargli l’ accusa di falsa testimonianza. A Squinzano (LE), si legge nella relazione del Procuratore Motta, l’ erede di Francesco Pellegrino, ergastolano, è il figlio Antonio, 37 anni, che ha già scontato 16 anni di carcere per due omicidi di mafia e per estorsione. A Parabita (LE) e a Matino (LE) viene menzionato, come lo scorso anno, il nome di Marco Giannelli, vale a dire il figlio del boss Luigi. Scrive a tal proposito Cataldo Motta: «Nella zona più meridionale del Salento (Casarano, Matino, Parabita) già lo scorso anno era stata segnalata una certa vivacità di traffici illeciti. Si è assistito ad una riorganizzazione dei gruppi criminali ed ai collegamenti tra loro fra i figli dei capi storici della Scu: Marco Giannelli, figlio del pluriergastolano Luigi, con Angelo Padovano ed Ivan Tornese». Un ricorso storico, secondo il capo della Procura leccese, che ricorda gli anni della triade Mario Tornese – Salvatore Padovano – Luigi Giannelli. Per quanto riguarda Lecce e Martano (LE), Gabriele e Stefano Rizzo, nipoti del boss leccese Totò Rizzo, avrebbero già ricevuto l’ investitura dallo zio ergastolano.
A Tuturano (BR), l’ erede citato da Motta, è Angelo Buccarella, figlio di Salvatore: «Agisce d’ intesa con la madre Antonia Caliandro», sostiene il Procuratore, che conclude: «Questa situazione non autorizza alcun ottimismo sul possibile ridimensionamento ed indebolimento dell’ associazione mafiosa».
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