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Pignatone, da Reggio Calabria a Roma

Di Anna Foti il . Calabria

Ormai è ufficiale, Pignatone lascia la Procura di Reggio, dopo quattro anni, per andare a dirigere la procura della Capitale. Atteso il parere obbligatorio ma non vincolante del guardasigilli Paola Severino, ieri la pronuncia del Plenum del CSM che a recepito l’indicazione espressa all’unanimità la scorsa settimana dalla Commissione Direttivi dello stesso CSM. La nomina di Pignatone è stata dunque ratificata alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, presidente del CSM. Fino a  ieri, e dopo l’incarico all’ex procuratore Giovanni Ferrara oggi sottosegretario del governo Monti, il ruolo di reggente a Roma è stato affidato a Giancarlo Capaldo. Tornano a tenere banco, adesso, le ipotesi del successore alla guida della calda procura reggina. Uno dei favoriti era Giuseppe Creazzo, attuale procuratore della Repubblica di Palmi che però sembrerebbe non avere i requisiti per il passaggio di funzioni, mentre, come si legge oggi sulle colonne di Calabria Ora, si accende l’ipotesi di Armando Spataro, procuratore Aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Milano, esperto di mafie al nord e di lotta al terrorismo.

Tramontata già da giorni l’ipotesi del Ilda Boccassini , procuratore Aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Milano, ancora restano in piedi quelle relative agli attuali Procuratori della Repubblica di Catanzaro, Vincenzo Lombardo, e di Vibo Mario Spagnuolo oltre che quella di Nicola Gratteri, procuratore Aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria.

Particolarmente forte quella che vede come protagonista l’attuale procuratore Aggiunto della Dda di Reggio Michele Prestipino.  Si vedrà.  Intanto correva l’aprile del 2008 quando al sesto piano del Cedir, dove hanno sede gli uffici della Procura della Repubblica di Reggio, faceva il suo ingresso il magistrato palermitano che avrebbe guidato la Procura della città calabrese dello Stretto per un periodo che indubitabilmente ha contraddistinto la storia della Città per il contrasto alla ndrangheta e lo svelamento di zone grigie: Giuseppe Pignatone, 62 anni di cui quasi quaranta al servizio del contrasto alle mafie in Sicilia e poi in Calabria. 

Arresti, anche eccellenti, e sequestri di beni milionari portano la sua firma, operazioni che hanno attraversato anche l’Italia segnando nella magistratura come nell’opinione pubblica la consapevolezza di una mafia calabrese trasversale e senza frontiere. ‘’Infinito’’ e “Crimine” il maxi filone che ha visto lavorare Pignatone al fianco del procuratore Aggiunto di Milano, Ilda Boccassini, per smascherare un malaffare che in Lombardia ha proliferato per anni insospettabile.  Come non citare poi i processi contro le ndrine che governano il territorio reggino “Meta”, “Epilogo”, “Reale”, “Archi”,, “Reggio nord”, “Reggio sud’’, “Nuovo potere”, “Bellu Lavuru”, “Cosa mia”, “All inside”, “Urbanistica’’. Tanti i successi ed anche qualche contestazione nell’arco di quattro anni in cui lo stesso procuratore, come la magistratura tutta nel reggino, ha vissuto attimi di estrema tensione e di pesanti veleni. Dalla bomba del 3 gennaio 2010, alle intimidazioni che lo hanno visto bersaglio diretto.

“Possiamo colpire quando vogliamo”, queste le pesantissime minacce di morte pervenute nell’ottobre del 2010 attraverso una telefonata anonima.  Dopo il proiettile calibro 7.65 recapitato nel maggio dello stesso anno al Ce. Dir, nuova intimidazione ma dai toni più diretti e aggressivi giungeva con la telefonata anonima durante la quale veniva comunicato il luogo in cui rinvenire armi ad altissimo potenziale che avrebbero potuto essere usate contro il Procuratore.  Insomma in riva allo Stretto, versante calabro, per Giuseppe Pignatone quattro anni intensi e pieni di tutto.

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