NEWS

Recupero crediti? In Veneto ci pensa la camorra

Di Gianni Belloni* il . Veneto

Se non fosse spuntato il camorrista questa storia non se la sarebbe filata nessuno. Il camorrista in questione si chiama Raffele Indaco e all’epoca dei fatti, gennaio 2009, aveva 23 anni. Nipote del boss Mario, fiduciario dei Casalesi, ha tentato di estorcere, minacciando fin sotto il portone di casa, 85 mila euro ad una stimata famiglia di imprenditori bellunesi, i Gamelli, padre e figlio. Dopo pochi giorni Indaco jr viene gambizzato a Jena in Germania all’interno di un ristorante italiano.  Nel novembre dello stesso anno il giovane è arrestato dai carabinieri di Aversa con l’accusa di tentata estorsione continuata e aggravata.

Che cosa abbia combinato Indaco a Belluno Indaco è abbastanza chiaro: ha patteggiato, ammettendo le proprie responsabilità, un anno e 10 mesi al termine dell’udienza preliminare. Perché e per conto di chi abbia tentato l’estorsione è la questione di cui si occupa il processo in corso. Prossima udienza il giugno di quest’anno.  Gli imprenditori bellunesi erano titolari, tra l’altro, della Arredogel, una grossa ditta di Longarone [Bl] che proponeva arredamento per gelaterie chiavi in mano. Paolo Scarpone, proprietario di una catena di gelaterie in Germania, avanzava dai Gamelli 100 mila euro di una caparra. È stato arrestato con la medesima accusa del giovane campano e poi scarcerato dai giudici del tribunale del Riesame di Venezia per «mancanza di gravi indizi di colpevolezza».

È lui il mandante di Indaco? Lui nega con forza. Di certo si conoscevano: è stato lo Scarpone a sparare ad Indaco nel ristorante di Jena al termine di un litigio al calor bianco.  E le vittime dell’estorsione? Il padre, Giorgio Gamelli ha, in questi giorni patteggiato 2 anni e 6 mesi [con la condizionale], mentre Antonio di anni ne ha patteggiati 2. L’accusa è di bancarotta legata a quattro aziende di proprietà della famiglia. Tra cui l’Arredogel, fallita già nel 2008 con 5 milioni di buco. Un buco dentro il quale i magistrati hanno voluto vederci chiaro. I Gamelli hanno spostato beni per un valore di 300mila euro- che dovevano rimanere nella disponibilità dei creditori – dalla Arredo Gel ad un altra ditta del gruppo, la Omnia srl. Solo con la conclusione, in questi giorni, del processo penale, ad oltre tre anni dal fallimento, i numerosi creditori potranno intraprendere una causa civile nei confronti dei Gamelli. 

È una storia da nulla, una bancarotta e una folla di creditori a bocca asciutta. Ci si arrangia come si può e alcuni ci provano con la minaccia. La camorra può funzionare come «service» per i creditori in storie di questo tipo. Anche nei favolosi distretti produttivi, non basta più la stretta di mano, il capitale di fiducia che ha reso più fluidi e sereni in questi anni i rapporti commerciali tra imprenditori sembra essersi dissanguato nella crisi. E insieme alla fiducia non funziona nemmeno la carta bollata dei tribunali. Ecco che la promessa di violenza, o la violenza, può venire in aiuto. Per questo c’è sempre qualche «professionista» disponibile.  Nel giugno del 2010 una storia analoga, a Mogliano [Tv], coinvolse un imprenditore di arredi pubblici, menato da due estorsori per 200 euro. Nel novembre del 2009 furono arrestati Ciro e Salvatore Montella, padre e figlio, ritenuti organici al clan dei casalesi, per estorsione ai danni di un noto imprenditore edile del veneziano. Il 12 aprile del 2011 a Borgoricco, in provincia di Padova, sono andate a fuoco 3 auto parcheggiate nel giardino di casa di un imprenditore del luogo. Dieci giorni fa è andata fuoco l’auto di un’imprenditrice di Mareno di Piave [Tv]: sull’origine dolosa dell’incendio non ci sono dubbi.

* da Il Corsaro.info

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link