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Operazione contro il clan dei Casalesi, arrestato sindaco di Casapesenna

Di redazione il . Campania

Effetto domino in Campania. Dopo l’arresto del latitante Michele Zagaria, l’ultimo dei Casalesi, arresti e perquisizioni degli agenti del Centro Dia di Napoli nei confronti di esponenti del clan  e di politici che farebbero parte del gruppo capeggiato da  Zagaria, arrestato lo scorso 7 dicembre 2011. L’operazione è in corso nel casertano e in alcuni centri del basso Lazio.   Tra gli uomini coinvolti nell’operazione della Dia di Napoli, anche il sindaco di Casapesenna, Fortunato Zagaria, omonimo ma non parente del boss casertano. E anche “colletti bianchi” accusati di riciclare denaro proveniente da attività illegali.
L’accusa
E’ accusato, in concorso con Michele Zagaria, «di violenza privata nei confronti del precedente sindaco del Comune casertano, Giovanni Zara. Secondo l’accusa, a quest’ultimo, durante il suo mandato, era stato “consigliato” ripetutamente da Fortunato Zagaria, anche a nome del ‘boss’, di non assumere iniziative pubbliche contro la camorra, perche’ erano sgradite a Michele Zagaria». Due mandati, poi un’interruzione, poi di nuovo sindaco dal 2009, un passato nel Pdl anche se ora il sindaco si definisce “apolitico”, Fortunato Zagaria, quando venne arrestato il superlatitante sul suo territorio disse:  “Spero sia una lezione per i giovani e per chi, in questa terra, resta facilmente affascinato dalla camorra. Spero faccia capire che il conto si paga sempre”.  “Certo sono dispiaciuto che alcuni concittadini lo abbiano coperto e, dunque, aiutato – aggiunse – ma l’importante e’ che lo abbiano preso”.   Nell’indagine condotta dal capo della Dda di Napoli Federico Cafiero de Raho sono coinvolti anche altri assessori e consiglieri comunali di Casapesenna  ed è già stata avviata la procedura di scioglimento dell’amministrazione comunale. Il comune di Casapesenna, in provincia di Caserta, è stato in passato sciolto per Camorra nel 1991 e nel 1996.
L’inchiesta
Gli investigatori e i magistrati monitoravano la situazione già da anni. Per quasi un anno tra il 2008 e il 2009, infatti, l’avvocato Giovanni Zara, ex sindaco di Casapesenna, con la sua collaborazione, definita ‘coraggiosa’ dagli inquirenti, avrebbe raccontato molti elementi decisivi per capire cosa stesse accadendo in quell’area e determinanti anche oggi nell’inchiesta che ha portato all’arresto del sindaco attuale, Fortunato Zagaria. L’ordinanza di custodia cautelare ricostruisce i contorni della vicenda. Secondo gli inquirenti, l’ex sindaco, Giovanni Zara  subiva l’atteggiamento di Zagaria (suo vice) ma il primo vero contrasto fra i due arriva «subito dopo l’arresto di tre latitanti di spicco del clan dei Casalesi, Alessandro Cirillo, Oreste Spagnuolo e Giovanni Letizia, componenti del gruppo di fuoco di Giuseppe Setola». In quella occasione, l’avvocato Zara, ebbe parole di sostegno per i magistrati e soddisfazione per quegli arresti. Dichiarazioni che finirono anche sulla stampa. Un appoggio che i clan non avrebbero gradito e di lì a poco, arrivarono le minacce. Zara, secondo quanto emerge dall’indagine, non denunciò subito i fatti ma gli inquirenti ne vennero a conoscenza attraverso l’intensa attività di intercettazione, così convocano Zara, sottoponendogli una intercettazione telefonica nella quale raccontava, in famiglia di essere stato minacciato per intermediazione del vicesindaco, Fortunato Zagaria, direttamente dal  boss, allora latitante, Michele Zagaria, che l’avrebbe insultato e minacciato. Poi, l’allora sindaco, spiega anche di aver ricevuto una sorta di  diffida da parte del sindaco, oggi arrestato,  a rilasciare ulteriori dichiarazioni di tale tenore, perché in caso contrario, gli amministratori comunali di Casapesenna non lo avrebbero seguito. Molti dettagli del presunto rapporto fra il capoclan Zagaria e il primo cittadino emergerebbero anche dal racconto di un collaboratore di giustizia, Roberto Vargas, ex fedelissimo di Nicola Schiavone, il figlio del boss Francesco noto come “Sandokan” .
Casapesenna, cronistoria del comune
Fortunato Zagaria, arrestato nell’operazione in corso coordinata dalla Dia di Napoli, è sindaco dal 1998 ed è eletto con schieramenti di centro – destra (oggi Pdl). Per un breve periodo fra il 2008 e il 2009 la carica di primo cittadino passa a Giovanni Zara, avvocato, e  Fortunato Zagaria  diventa il vicesindaco della nuova amministrazione. In questo arco di tempo si sviluppano, secondo gli inquirenti, le tensioni, minacce e pressioni, che sono il cuore dell’inchiesta. Attraverso Zagaria, il boss omonimo (ma non parente) fa giungere il suo disappunto al sindaco e lo minaccia per la sua linea “anticamorra” tenuta pubblicamente. Già nel 2007, poco prima dell’elezione di Zara, il Comune era stato messo sotto la lente di ingrandimento da parte dei magistrati, per rischio di condizionamenti da parte delle Camorra. Il pm Raffaele Cantone,  magistrato che si è occupato anche del processo ai Casalesi, all’epoca in merito all’indagine, dichiarava:« Insieme a Casal di Principe e San Cipriano D’Aversa, Casapesenna fa parte di un triangolo ad altissima densità mafiosa. E’ il comune più giovane,perché è diventato autonomo nel 1973, ed è anche il meno esteso.  Proprio qui, però, si concentra una presenza criminale di gran lunga superiore al resto del territorio. A Casapesenna sono radicati due gruppi fra i più potenti, a cominciare da quello capeggiato da Michele Zagaria». Il sindaco, in una intervista rilasciata al Venerdì di  Repubblica ( del 23 marzo 2007), rispediva al mittente le accuse e invitava la commissione prefettizia a vedere con i suoi occhi, poiché nessuna pressione era stata esercitata dai boss. Sotto scorta in quegli anni, per il suo impegno all’epoca nei Ds sui temi della legalità, il politico Lorenzo Diana nello stesso articolo dichiarava: « A Caserta e nei comuni circostanti si è insediata una economia distrettuale di camorra: non tutto è riconducibile all’attività diretta delle cosche ma più fasce sociali beneficiano, direttamente o meno, dell’indotto proveniente dagli appalti. Non è sufficiente disporre lo scioglimento dell’amministrazione comunale se non si avvia, contestualmente, un percorso di liberazione del territorio dalla presenza soffocante della camorra». 
Le reazioni

Fra i primi a far sentire la sua voce, Tano Grasso, presidente della Federazione italiana antiracket.  «L’arresto di oggi  deve segnare per la gente di Casapesenna un inversione di tendenza, ci deve essere uno scatto d’orgoglio dopo che per troppo tempo questo paese e’ stato associato alla camorra – ha dichiarato»«Siamo soddisfatti poi – continua Grasso – che la nostra associazione abbia fatto da sponda ad una delle poche esperienze di coraggio del mondo politico, quella dell’ex sindaco Giovanni Zara»«Cessata la sua esperienza al Comune – aggiunge Grasso – Zara e’ diventato, infatti, militante del Fa
i e oggi e’ dirigente nazionale e responsabile legale della sede di Napoli».

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