Gela, Comune parte civile nei processi Tetragona ed Eni
Dopo i molti pronunciamenti favorevoli, anche in consiglio comunale: la giunta di Gela ha autorizzato il sindaco Angelo Fasulo a costituirsi parte civile in due procedimenti penali.
Mafia e reati ambientali: di questo si dibatterà fra le aule di tribunale.
Il comune gelese, così, sarà parte civile nel processo scaturito dall’operazione antimafia Tetragona che, lo scorso maggio, portò all’arresto di circa cinquanta affiliati ai clan di Cosa Nostra e Stidda. Gli investigatori, dopo lunghe indagini, riuscirono a ricostruire i rapporti fra gli affiliati rimasti a Gela e quelli attivi in Liguria e Lombardia. Ma gli avvocati che rappresentano il comune saranno in tribunale anche nel dibattimento che cercherà di fare maggiore chiarezza sull’esplosione di un serbatoio che, nel maggio di due anni fa, creò una grave emergenza all’interno della fabbrica Eni. L’esplosione, avvenuta all’isola 7 Nord dello stabilimento, non fece vittime. Un operaio della Cosmisud, però, rischiò di essere travolto dai resti del serbatoio.
In quella zona, venivano trattate acqua acide: e, stando agli inquirenti, i tecnici della Ecotec non riuscirono a controllare i parametri di reazione delle sostanze utilizzate. In passato, prima della sua uscita dal consiglio comunale, era stato Fabio Collorà a proporre la costituzione di parte civile del comune non solo nei processi di mafia ma anche in quelli scaturiti da reati di tipo ambientale.
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