Ali bruciate: la realtà di Scampia presentata a Perugia
Sabato 21 gennaio, alle ore 17,30, presso la Sala della Vaccara di Palazzo dei Priori a Perugia,
il presidio scuola “G.Rechichi” di Libera Umbria presenta alla
cittadinanza il libro “Ali bruciate. I bambini di Scampia”, di Davide
Cerullo e Alessandro Pronzato, edizioni Paoline. Si trata di una
testimonianza diretta da quello che è considerato l’inespugnabile
fortino della Camorra. All’incontro parteciperà l’autore che presenterà
per l’occasione anche alcune foto (una piccola mostra) scattate a
Scampia.
In precedenza, sabato mattina, lo stesso libro sarà presentato ad una gremita platea di studenti
(oltre 500 ragazze e ragazzi) delle scuole superiori della provincia di
Perugia, presso il centro congressi Capitini, nell’ambito della serie
di incontri con le scuole, promossi da Libera Umbria, sotto il titolo
“Indifferenti o corresponsabili? Mafie e illegalità in Umbria”. Incontro
che vedrà anche la partecipazione del magistrato, Sergio Sottani,
procuratore della Repubblica di Forlì e già pubblico ministero a
Perugia.
IL LIBRO
Il
libro si inserisce nel prolifico filone della denuncia sociale del
degrado che investe Napoli e i suoi dintorni. Ma non c’è solo accusa e
puntare il dito: qui bene e male, riscatto e disperazione s’intrecciano.
Davide Cerullo, un giovane di Scampia, con coraggio ha scelto di uscire
dal tunnel della criminalità organizzata, prendere la parola e farsi
testimone di un cambiamento possibile, dell’agire silenzioso ma pugnace
dei tanti esempi di sacerdoti, consacrati e laici, che lottano giorno
dopo giorno per offrire ai ragazzi di Scampia la possibilità di
scegliere per la vita.
“Un libro piacevole e avvincente, dalla
agevole lettura, che ti prende, ti coinvolge, ti fa soffrire e ti
appassiona, ti inquieta e ti interroga, ti pone problemi che, quasi
sempre sfuggono a coloro che non li vivono direttamente, ma che pesano –
e come! – sulle coscienze dei singoli e di tutti, condizionando e
offuscando l’appartenenza, l’identità, il sentirsi e dirsi napoletano”.
(dalla presentazione del card. Crescenzio Sepe).
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