NEWS

Tizian:”Mentre ricevevo messaggi di solidarieta’ ho saputo del no all’arresto per Cosentino…”

Di Stefano Corradino il . Emilia-Romagna

Giovanni Tizian ha 29 anni. E’ un giornalista free lance, precario.
Vive a Modena. Scrive di criminalità. Di Reggio, che però non è Reggio
Calabria. E’ Reggio Emilia, ma è tutt’altro che un’isola felice… Ha
pubblicato un libro “Gothica. ‘ndrangheta, mafia e camorra oltrepassano
la linea”. “Qualcuno si è risentito” ha spiegato il Procuratore che alcune settimane fa gli ha affidato la scorta. “Voglio andare avanti senza indietreggiare di un passo”, rassicura Tizian in questa intervista ad Articolo21.

Come hai saputo la notizia che ti avrebbero affidato una scorta?
Quando
le forze dell’ordine mi hanno chiamato al telefono ero fuori Modena.
Poche parole ma molto incisive: mi hanno detto che ero esposto a un
pericolo e se volevo continuare a lavorare in modo sereno dovevo
accettare la loro protezione.

Cosa hai risposto loro?
Che accettavo la loro protezione perché volevo continuare a lavorare in modo sereno!…

Ti hanno spiegato quale pericolo correvi?
No, ho capito solo che qualcosa che ho scritto deve aver dato fastidio a qualcuno e che questo qualcuno se l’è segnata…
 
Ti sarai fatto un’idea di questo “qualcuno”…
Non
è così facile. Ho scritto di ‘ndrangheta, di corruzione e ricettazione.
Di racket e usura. In edilizia, nei trasporti, nel gioco d’azzardo,
nelle attività di bar e ristoranti… Questo qualcuno potrebbe annidarsi
dovunque…

Nei tuoi articoli e nel tuo libro che
riassume la tua attività di cronista parli della criminalità a Reggio.
Non Reggio Calabria ma Reggio Emilia… Una di quelle realtà che fino a
pochi anni fa veniva considerata un’isola felice.
Forse volevi dire “isola felice della ‘ndrangheta” visto che il principale collaboratore di giustizia (Salvatore Cortese, ndr),
uno degli uomini più forti della ‘ndrangheta e  braccio destro
all’epoca del boss Nicolino Grande Aracri definisce Reggio (Emilia) come
regno delle ‘ndrine…

Anche le città del nord sono diventate territori di conquista della criminalità
Peggio, sono già state conquistate… Anche l’Emilia Romagna pertanto è diventata terra d’affari per le organizzazioni mafiose.

C’è
una differenza nel modo in cui le organizzazioni criminali si insediano
al nord? Oppure la Milano di Quarto Oggiaro è ormai uguale alla Napoli
di Scampia?
C’è una differenza di forma ma non di sostanza.
Al nord non ci sono gli appostamenti in motorino per vedere chi entra e
chi esce da un luogo ma l’aspetto “militare” del controllo classico del
territorio lascia il passo a un controllo di tipo economico e
finanziario. Non più in giro con la pistola ma con il computer… Da qui
spesso le difficoltà di tanti imprenditori del nord nel capire chi
hanno davanti. “Ah, proprio non pensavo che quello fosse mafioso…” Si
aspettano uno che gli chiede il pizzo invece offre “servizi alle
imprese”… 

E per quanto riguarda le collusioni della politica cosa cambia?
Ci
sono meccanismi che si ripetono in maniera pressoché identica. Al nord
come al sud ci sono esponenti politici che chiedono voti ai boss. E i
boss garantiscono i voti in cambio di favori. Oppure si fa leva su
quelle organizzazioni imprenditoriali che hanno potere sulla politica.

Nel
giorno in cui ricevevi numerose  testimonianze di solidarietà per la
decisione di metterti sotto scorta il Parlamento ha detto no all’arresto
di Nicola Cosentino. Qual è stata la tua prima sensazione nel vedere
quell’abbraccio liberatorio dei deputati Pdl con il l’inquisito?
Una
profonda delusione. Già mi faceva male dover scrivere dei rapporti
discutibili di un parlamentare come lui con una municipalizzata
emiliana, legami finalizzati agli affari per una centrale, progetto che
si è poi arenato. Ma vederlo abbracciato da tutti mentre io sto
rischiando proprio a causa di alcune persone che magari corteggiano
Cosentino è, quantomeno, un bel paradosso di questo strano paese…

Una
discontinuità netta con il governo precedente. Anche nell’immagine e
nella credibilità. E’ quanto si propone il presidente Monti. Nella lotta
alla mafia da dove dovrebbe cominciare?
La politica in
generale dovrebbe partire dai voti. Che non si possono accettare se i
portatori di questi voti sono soggetti interessati o peggio ancora
inquinati. Bisognerebbe fare una pulizia preventiva delle liste e fare
leggi che non diano la possibilità ai vari Cosentino, Dell’Utri e Romano
di candidarsi.

Anche perchè poi i cittadini li votano…
E
lì si impone un nuovo ruolo anche del cittadino-elettore. E che deve
riscoprire – o scoprire ex novo – il valore dell’indignazione,
opponendosi a candidature di uomini compromessi e soprattutto non
votandoli.

L’informazione che ruolo può avere per ripulire il Paese dall’inquinamento mafioso?
Giornali
e media possono dare un contributo fondamentale. Ma ci sono pesanti
ostacoli da superare. Da quando è uscita la notizia della scorta ho
sempre voluto precisare che come me c’è un esercito di giovani precari e
che corrono quotidianamente gravi rischi. Sono ricattabili e senza
garanzie. Quella che prima veniva considerata una gavetta, e quindi una
precarietà transitoria, ormai è una gavetta fissa. Giovani giornalisti
che sono sfruttati, pagati una miseria per scrivere un pezzo per il
quale poi possono mettere in gioco la propria pelle. Ma che non si
scoraggiano mai. Potessero almeno contare su una maggiore dignità
economica…  

Per te da oggi cosa cambia?
Nulla, almeno spero. Voglio andare avanti con la stessa passione, senza paura e senza indietreggiare di un passo.

Articolo21,
e non solo, rilancia da tempo l’appello ad una “scorta mediatica”, per
evitare che chi come te combatte una battaglia così importante contro la
criminalità posso restare isolato. Pensi sia importante?
Più
che importante. Proprio ieri ho presentato il mio libro alla
Feltrinelli di Modena. Gli studenti di una scuola che stanno lavorando
al progetto di un giornale di classe hanno chiesto alla loro insegnante
di poter venire per farmi da “scorta simbolica”. Queste manifestazioni o
le campagne come quella lanciata per me dall’associazione “da Sud”
hanno un valore simbolico ma non solo. Servono a lanciare un messaggio
forte ai poteri criminali: “questi territori non sono i vostri.
Appartengono a noi!”

corradino@articolo21.info

Scarica qui il capitolo di “Mafie in Emilia Romagna” firmato da Giovanni Tizian

Clicca qui per leggere l’editoriale di Santo Della Volpe, direttore di Libera Informazione “Io mi chiamo Giovanni Tizian”


La campagna “Iomichiamogiovannitizian” –
/I comunicati stampa di Libera Parma, dasud, Sos impresa, Libera Informazione e Narcomafie, Legambiente, Fnsi.   Lo speciale di Ossigeno per l’informazione*

Gli articoli di Santo Della Volpe, Libera Informazione, Manuela Mareso, direttrice di Narcomafie, il commento di Alberto Spampinato, direttore di Ossigeno*

L’intervista a Giovanni Tizian su Libera Radio

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link