In Emilia Romagna una sede dell’intelligence antimafia
Finalmente la Direzione investigativa antimafia avrà un centro operativo in Emilia Romagna. Una notizia attesa da molti mesi, ma da tempo bloccata dal Viminale. La conferma definitiva è arrivata in settimana, con la risposta del ministro Cancellieri ad un’interpellanza scritta da un gruppo di parlamentari del Pd. A muoversi, già lo scorso anno, erano stati i consiglieri regionali emiliano-romagnoli. Con l’approvazione a maggio della legge regionale antimafia da parte dell’Assemblea legislativa, ma anche con numerose iniziative per ottenere uno strumento considerato decisivo per fronteggiare il radicamento dei boss.
Una presenza stabile e ben radicata, come dimostrato anche da “Mafie senza confini, noi senza paure – dossier Emilia Romagna”, presentato da Libera Informazione lo scorso dicembre a Bologna. Un’analisi puntuale sugli affari “camaleontici” delle cosche in Emilia Romagna, dall’usura al riciclaggio di denaro sporco. La regione, fino a pochi anni fa, considerata ancora al riparo dalle infiltrazioni mafiose, adesso si trova a dover fronteggiare una mafia “stanziale”. Cosa nostra, ‘ndrangheta e camorra hanno saputo penetrare ampi settori dell’economia legale, drogandoli. Dall’edilizia alla grande distribuzione, dal commercio al turismo, l’Emilia Romagna si trova a far fronte a riciclaggio di denaro sporco e usura, con cifre da capo giro. Soldi liquidi pronti, con la complicità di insospettabili professionisti al servizio dei boss, ad essere ripuliti nell’economia legale.
Il nuovo anno appena iniziato, così, vede nuovamente l’Emilia Romagna al centro dell’attenzione. Troppa informazione, troppi riflettori accesi, danno fastidio ai clan. Il giornalista Giovanni Tizian, collaboratore della Gazzetta di Modena, Narcomafie, coautore del dossier di Libera Informazione, per il lavoro di inchiesta svolto in Emilia Romagna, è costretto a vivere sotto scorta. Una notizia allarmante che ha spinto, per l’ennesima volta, le istituzioni regionali a chiedere segnali concreti da Roma. La risposta, come detto, è arrivata direttamente dal titolare del Viminale. Annamaria Cancellieri, infatti, conosce bene la realtà dell’Emilia Romagna avendo ricoperti incarichi istituzionali particolarmente delicati.
L’ultimo in ordine di tempo quello di commissario straordinario al Comune di Parma dopo le dimissioni del sindaco, coinvolto in uno scandalo di corruzione. Una nota secca il 23 dicembre 2011 recitava: «Nel corso della riunione del Comitato Nazionale dell’Ordine e della Sicurezza Pubblica, tenutosi questa mattina al Viminale, è stata resa nota l’istituzione della sezione della Dia a Bologna, che sarà operativa a breve». Uno strumento in più nelle mani degli investigatori.
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