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A Cesena e Catanzaro provvedimenti legati a “vicende reggine”

Di Anna Foti il . Calabria, Emilia-Romagna

Torna in carcere Alfredo Ionetti, l’imprenditore calabrese, 79 anni, ritenuto dagli inquirenti il contabile della cosca Condello di Reggio Calabria, arrestato a Cesena insieme ai due figli di 28 e 27 anni e alla sua storica segretaria di 45 anni. Prosciolto nel 2008, con il solo obbligo di dimora nella città emiliana, dal Tribunale di Reggio per una vicenda giudiziaria che lo aveva visto destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, le attività di Ionetti tornano al vaglio questa volta della magistratura di Forlì che emette una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione a delinquere finalizzata all’esercizio abusivo dell’attivita’ finanziaria, appropriazione indebita e violazione delle prescrizioni di sorveglianza speciale. 

Così la squadra mobile di Forli’, in collaborazione con la Guardia di Finanza, lo arresta, in sostanza, per l’attivita’ di riciclaggio legata all’azienda di autotrasporti Sor Nova, con sede a Cesena, per altro sottoposta a confisca e dunque in regime di amministrazione giudiziaria fin dai tempi dell’inchiesta reggina. L’operazione condotta in Emilia Romagna, denominata ‘Trasporto scelto’ avrebbe svelato la gestione di Ionetti, con incasso di cambiali provenienti da Calabria e da Sicilia per conto di imprese di autotrasporto, nonostante la suddetta amministrazione giudiziaria.  L’ipotesi e’ che la ditta fungesse da strumento di riciclaggio del denaro realizzato dalla cosca Condello, dal momento che lo stesso è stato anche ritenuto il prestanome di Condello il supremo nell’ambito dell’inchiesta Vertice condotta a Reggio Calabria alcuni anni fa. In Emilia intanto svariati i beni gia’ sequestrati nel corso dell’indagine. 

Altra pagina di cronaca legata a Reggio è stata scritta dalla Direzione investigativa antimafia di Catanzaro che ha proceduto al sequestro del patrimonio aziendale e personale di un imprenditore, Giuseppe Trichilo, 37 anni arrestato nell’operazione Crimine nel 2010, per un valore di oltre 55 milioni di euro. L’accusa rivolta a Giuseppe Trichilo, crotonese ma residente a Lamezia Terme, è quella di avere posto in essere atti di illecita concorrenza volti a controllare o comunque condizionare lavori e servizi relativi all’esecuzione di un contratto di appalto per opere pubbliche, agevolando la cosca di ‘ndrangheta degli Aquino di Marina di Gioiosa Jonica in provincia di Reggio Calabria, di cui sarebbe stato un imprenditore di riferimento.  Nel dettaglio il sequestro ha avuto come oggetto il capitale sociale e l’intero compendio aziendale della Edil Trichilosrl con sede a Lamezia e dedita alla fabbricazione di strutture e parti assemblate metalliche ed al commercio di materiale da costruzione; il capitale sociale e l’intero compendio aziendale della C.T. Costuzioni srl, con sede a Falerna e dedita alla costruzione di edifici residenziali; il 50% del capitale sociale e del corrispondente compendio aziendale della Magma srl con sede a Lamezia Terme e dedita alla compravendita, locazione, gestione e amministrazione di beni immobili di qualsiasi specie e tipo; il 50% del capitale sociale e del corrispondente compendio aziendale della Caraffa Costruzioni srl con sede a Gizzeria e dedita alla costruzione di edifici, strade ed autostrade.

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