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Danneggiata la sede di Libera a Sabaudia

Di Norma Ferrara il . Lazio

Non si fermano le intimidazioni ai danni della rete di associazioni
aderenti a Libera nel Lazio. Dopo i numerosi raid vandalici contro il
“Villaggio della Legalità” di Borgo Sabotino
stamani i volontari
dell’associazione Libera hanno trovato danneggiamenti nella sede di Sabaudia.  Qualcuno è entrato nella sede e ha
devastato gli arredi
rovesciando i mobili e rompendo tutto ciò che si poteva danneggiare – racconta Antonio Turri, referente di Libera per il Lazio – a Libera Informazione». I 
malviventi sono fuggiti portando via un vecchio computer e alcune pubblicazioni redatte dall’associazione e volantini di
iniziative. Fra questi, anche quelli realizzati per l’ultima iniziativa al “Cafè de Paris” a Roma (bene confiscato alla ‘ndrangheta e attualmente in amministrazione giudiziaria).

«E’ un furto strano – continua Turri. I “ladri” si sono portati via
(credendoli nostri) dei fascicoli che erano materiale d’archivio di una
consulta giovanile che aveva sede qui, prima di noi. E ancor più
inquietante, hanno portato via manifesti dell’associazione e
pubblicazioni». Dalle prime notizie, dunque, sembrerebbe un danneggiamento mirato a cercare documenti in quella sede.

 Il 29 dicembre scorso i volontari di Libera
avevano dovuto far fronte all’ennesima violazione del terreno confiscato, in provincia di Latina, a Borgo Sabotino. Dall’inizio del
2011 sono stati quattro i tentativi di intimidazione diretta contro
l’associazione su quel bene, oggi luogo di molteplici attività
antimafia. «Questo segnale inquietante è il primo del nuovo anno –
dichiara Turri – ma si va ad aggiungere ai tanti segnali quotidiani che
riceviamo da quando sono in corso, su tutto il territorio sud pontino, iniziative che coinvolgono tanti cittadini e
che stanno costruendo una risposta organizzata ed efficace
all’aggressione mafiosa ai diritti delle persone e alla sicurezza del
territorio in cui viviamo. Noi non ci fermiamo. Continueremo con maggiore forza le tante attività
antimafia che portiamo avanti»

Libera nel Lazio denuncia da decenni il cambiamento di questa mafia: ha studiato a
fondo il fenomeno, cercato di capire provenienze, ragioni e mire
espansionistiche di quella che ha chiamato “Quinta mafia o mafia da
contaminazione”
. Solo alcuni giorni fa Libera Informazione ha
ospitato una ricostruzione storica a firma di Antonio Turri, giornalista
e animatore di Libera, che dava notizia del triste primato fatto
registrare dalla capitale: quello degli omicidi nel 2011 in Italia
. E dal 2010 anno di nascita del presidio
di Libera a Sabaudia Libera ha denunciato la continua aggressione al
territorio e contribuito ad inchieste e analisi sull’argomento.

Eppure c’è chi tende ancora a minimizzare, contenere e circoscrivere i numeri e i fatti che raccontano della
presenza della criminalità organizzata di stampo mafioso a Roma e nel
Lazio. Secondo gli inquirenti, quasi una indagine al giorno, invece
interesserebbe la regione e si tratterebbe sempre più di frequente di
inchieste per reati di stampo mafioso. I numeri dei sequestri e delle
confische fanno il resto. Secondo l’Agenzia nazionale per i beni
confiscati sono 399 i beni immobili sottratti ai boss nella regione e
111 le aziende (di cui 71 in gestione e solo 40 uscite dalla gestione). 
Rinforzato, inoltre, sul territorio il percorso di antimafia sociale:
dall’assistenza a cittadini che denunciano usura e racket, con la nascita dello sportello “Sos giustizia” sino agli
interventi pubblici e nelle scuole, per informare e formare sulla
situazione in cui versa il territorio.

«Probabilmente – conclude Antonio Turri – tutte queste attività che
cominciano a vedere anche la partecipazione attiva di una buona parte
della società civile, infastidiscono qualcuno. Ma quello che vogliamo
dire, oggi di fronte all’ennesimo atto intimidatorio, è che noi non ci
fermeremo». E questo, continua Turri, lo vogliamo dire soprattutto ai tanti cittadini onesti di questa città.

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