NEWS

Emilia Romagna, presentato il dossier di Libera Informazione

Di Gaetano Liardo il . Emilia-Romagna, Progetti e iniziative

Occorre darsi da fare e in fretta. Tutti, ad iniziare dalle istituzioni. E’ questo il messaggio lanciato dal presidente dell’Assemblea Legislativa Matteo Richetti in occasione della presentazione del dossier sulla presenza delle mafie in Emilia Romagna. Il lavoro, realizzato da Libera Informazione, è stato il frutto di due anni di un lavoro in seguito alla convenzione firmata con il parlamento regionale. Il dossier è una fotografia della minaccia rappresentata dalle organizzazioni criminali per la fiorente regione del nord. Una minaccia simile a quella affrontata da altre realtà limitrofe, come Lombardia, Piemonte, Liguria.

«Il problema non è se le mafie ci sono in Emilia Romagna – sottolinea il procuratore della Repubblica di Bologna Roberto Alfonso – quanto quello di sapere dove e come operano i boss in regione». Un’analisi ampiamente affrontata dal dossier di Libera Informazione che, nell’apposita sezione, descrive l’avanzare delle organizzazioni criminali negli ultimi quattro anni in Emilia Romagna. Una realtà che non può essere definita terra di mafia, nell’accezione usata per le regioni del sud Italia, ma che si trova sotto il pesante attacco dei boss. Principalmente in campo economico. «L’Emilia Romagna – dichiara il procuratore Alfonso – è terra di mafia nella misura in cui subisce gli affari dei boss». Dal riciclaggio di denaro sporco, all’acquisizione di imprese e aziende, dalla pratica dell’usura al racket delle estorsioni.

Dati preoccupanti che emergono dall’Unità di informazione finanziaria (Uif) della Banca d’Italia, dal rapporto di Sos Impresa, e dal lavoro di forze dell’ordine e della magistratura. Affari, quelli delle mafie in Emilia Romagna, resi possibili grazie alle collusioni di una fetta importante di professionisti insospettabili. I colletti “sporchi” al servizio dei boss. Ma anche di funzionari pubblici e politici. Spesso distratti, o culturalmente incapaci di comprendere la minaccia che avanza. Una nota dolente sottolineata da Richetti. «Tanta fatica occorrerà per stare su questo fronte – dichiara il presidente dell’Assemblea Legislativa che aggiunge – c’è stata una grande difficoltà per organizzare questo evento con altri partner istituzionali. La risposta che sentivo ripetere spesso è stata: “ma allora il problema tocca anche noi?”».

Pochi, infatti, i politici e gli amministratori presenti al convegno. «Dobbiamo rompere questa cosa – sottolinea Richetti – e sapere che chi viene eletto è il primo che ha il dovere di capire quale sia la situazione di difficoltà». Tuttavia, di fronte all’incapacità, o alla scarsa volontà, di molti amministratori di confrontarsi con il problema mafie, esistono tantissime esperienze positive. Da Reggio Emilia a Modena, da Parma a Rimini e Forlì, sono sempre più i sindaci e gli assessori che, concretamente, stanno dotando le proprie istituzioni di strumenti utili per contrastare l’avanzata dei boss.

A questi, si aggiungono i professionisti, come quelli del Cup di Modena, che hanno adottato una carta etica che penalizza chi fa affari con le mafie. Un’esperienza quasi unica nel suo genere, che sarebbe importante riprendere nelle altre città emiliano-romagnole, ma anche nel resto della penisola. Inoltre, l’impegno delle Camere di Commercio, ad iniziare da quelle di Reggio Emilia e Modena che hanno sottoscritto un protocollo di legalità con le omologhe istituzioni di Crotone e Caltanissetta. Un lavoro di rete per monitorare le imprese che lavorano nei territori, a stretto contatto con gli organi inquirenti. Una pratica sposata da Unioncamere dell’Emilia Romagna che proprio il 17 dicembre ha firmato un protocollo d’intesa con l’associazione Libera. «Quello a cui tendiamo è uno Stato più efficiente – ha dichiarato Carlo Alberto Roncarati, presidente di Uniocamere regionale, che possa essere una leva per togliere la terra sotto i piedi dei boss».

Salvaguardare l’economia per proteggere lavoro, imprese, diritti e democrazia. Una sfida che l’Emilia Romagna può ancora vincere.

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link