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Salento: lo Stato confisca i beni di Lucio Vetrugno

Di Antonio Nicola Pezzuto il . Puglia

Un milione e mezzo di euro. A tanto ammonta il valore dei beni confiscati al boss di Monteroni Lucio Vetrugno, ucciso a 55 anni il 22 dicembre dell’ anno scorso con un colpo di pistola alla nuca. Confiscata anche la tigre siberiana di 16 anni trasferita un mese fa, dal personale della Forestale, in un centro specializzato in provincia di Pescara.

La sentenza emessa dai giudici della prima sezione penale (presidente – relatore Stefano Sernia, a latere Silvia Minerva ed Anna Paola Capano) ha suggellato l’ inchiesta diretta dal Procuratore Cataldo Motta in collaborazione con la Direzione Investigativa Antimafia che sequestrò i beni.
Il sequestro fu eseguito perché gli investigatori riscontrarono una forte differenza fra i redditi dichiarati ed il valore del patrimonio. Motivazioni confermate dall’ esito del dibattimento in aula, con l’ accusa rappresentata dal Pubblico Ministero Guglielmo Cataldi e la difesa dagli avvocati Angelo Vetrugno ed Alfredo Cardigliano. Si ritiene, quindi, che il Vetrugno abbia costruito le sue fortune grazie ai proventi delle attività illecite accumulate all’ epoca in cui fece parte del clan mafioso dei fratelli Tornese di Monteroni. 
A tal proposito bisogna ricordare che il boss defunto fu colpito da una sentenza di condanna per mafia divenuta irrevocabile.
La confisca arriva a quasi dieci mesi dal sequestro, mentre non ci sono novità dalle indagini sull’ omicidio avvenuto nella masseria “La Tenente” di Copertino. 
Questo immobile è stato confiscato insieme alla masseria di Monteroni in contrada “Pinco Centonze”, due case a Monteroni, un allevamento di ovini e di bovini e tutte le attività commerciali accomunate dalla denominazione “Insonnia”: il disco – bar di Leverano, il bar di Monteroni, la sala giochi di Monteroni e la sala giochi di San Cesario.Il provvedimento di confisca verrà trascritto nei registri immobiliari, mentre gli avvocati della famiglia Vetrugno hanno a disposizione dieci giorni per impugnare l’ ordinanza del giudice Sernia.Nell’ ordinanza di confisca i giudici hanno evidenziato la condanna per mafia passata in giudicato dell’ 8 ottobre del 2003. 
Vetrugno fu riconosciuto cassiere e organizzatore del traffico di droga del clan Tornese, ma anche come l’ incaricato del sostentamento dei detenuti e delle loro famiglie vicine al gruppo della Sacra Corona Unita.

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