Crimine mafioso e Istituzioni:
inchieste e intrecci da Reggio a MIlano
Una soddisfazione che sa di sgomento e indignazione nell’apprendere che accuse gravi pendono su chi ha esercitato funzioni pubbliche e ha inteso divulgare ed incarnare, nell’esercizio di quelle stesse funzioni, un emblema di legalità ed antimafia. L’amara conferma di un potere mafioso in espansione come gli interessi economici cui sottende, un potere abbarbicato anche in Lombardia, dove gli inquirenti oggi descrivono un fenomeno già ben noto agli inquirenti al Sud. Una coltre di malaffare assolutamente trasversale, una zona grigia espansa e insospettabile attraversano, dunque, lo stivale, come emerge dall’ultima operazione condotta dalla DDA di Milano in collaborazione con quella di Reggio Calabria. I recenti arresti hanno, proprio, colpito la ricca e fervida ‘borghesia grigia’. E per colpirla la procura di Milano ha inviato suoi uomini per eseguire arresti, perquisizioni e sequestri.
La DDA lombarda guidata dal Procuratore Aggiunto Ilda Boccassini, in collaborazione con la procura di Reggio guidata da Giuseppe Pignatone, smaschera gravi intrecci tra clan (Valle-Lampada), politica, magistratura e forze dell’ordine in Lombardia ed in Calabria. Scambio di favori e fitti interessi illeciti emergono da innumerevoli filoni di indagini confluiti nei recenti arresti eseguiti su ordinanza del GIP del Tribunale di Milano Giuseppe Gennari dalla procura di Milano, nell’ambito delle indagini coordinate dai pm Alessandra Dolci e Paolo Storari.
Tra le persone arrestate il consigliere regionale Franco Morelli (Lista Scopelliti Presidente – eletto in quota PDL) presidente della seconda Commissione Bilancio del Consiglio Regionale della Calabria con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, rivelazione di segreto d’ufficio e corruzione, ed il presidente del Tribunale per le Misure di Prevenzione di Reggio Calabria che ha emesso i provvedimenti di confische dei beni delle ndrine, Vincenzo Giglio, per corruzione e favoreggiamento personale di un esponente del clan Lampada, con l’aggravante di aver commesso questi reati al fine di agevolare le attività dell’organizzazione mafiosa.
Arrestati anche un avvocato milanese, Vincenzo Minasi, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa ed intestazione fittizia di beni, un maresciallo capo della Guardia di Finanza, Luigi Mongelli, per corruzione.
Giancarlo Giusti, giudice presso il Tribunale di Palmi, è inoltre indagato nello stesso filone per corruzione in atti giudiziari e sarebbe stato corrotto con alcune escort e viaggi al nord da Giulio Giuseppe Lampada.
Sono stati fermati anche tre presunti affiliati alla ‘ndrangheta, Gesuele Misale (associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni), Alfonso Rinaldi (intestazione fittizia di beni aggravata dalle modalita’ mafiose) e Domenico Nasso (associazione mafiosa). Perquisiti, anche, gli studi degli avvocati Francesco Cardone, del Foro di Palmi, e Giovanni Marafioti, del Foro di Vibo Valentia, indagati nella stessa inchiesta.
Di seguito l’elenco completo dei dieci arrestati nell’ambito dell’operazione e le ipotesi di reato per cui sono in corso le indagini: Raffaele Ferminio (associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni); Vincenzo Giglio, medico di Reggio Calabria (concorso esterno in associazione mafiosa); Francesco Lampada, attualmente detenuto per associazione mafiosa, concorso in usura e intestazione fittizia di beni; Giulio Giuseppe Lampada (associazione mafiosa, corruzione, concorso in rivelazione di segreto d’ufficio, intestazione fittizia di beni); Vincenzo Minasi, avvocato del foro di Palmi e con studi a Milano e Como (concorso esterno in associazione mafiosa, rivelazione di segreto d’ufficio, intestazione fittizia di beni, aggravato dalla finalita’ di favorire l’associazione mafiosa); Luigi Mongelli, maresciallo capo della Guardia di Finanza (corruzione); Giuseppe Morelli, consigliere regionale presso la Regione Calabria (concorso esterno in associazione mafiosa, rivelazione di segreto d’ufficio e corruzione); Leonardo Valle (associazione mafiosa, corruzione, intestazione fittizia di beni), Vincenzo Giglio magistrato. Ai domiciliari e’ stata messa Maria Valle, moglie di Lampada (corruzione).
Una maxi operazione, dunque, contro affiliati alle ‘ndrine Valle – Lampada, con base a Milano e Pavia, radicati in Lombardia ma strettamente interfacciati con le ‘ndrine della Provincia reggina dei Tegano- De Stefano e dei Condello. In mano a loro, secondo gli inquirenti, i video poker nel milanese. Poi dall’usura alle infiltrazioni nel mondo politico il passo non è stato poi così lungo.
Al vaglio degli inquirenti lombardi, in collaborazione con i colleghi della riva calabra dello Stretto, anche molti nomi di politici calabresi. Franco Morelli non sarebbe infatti l’unico politico calabrese coinvolto nell’operazione.
In particolare, nell’ordinanza di custodia cautelare si legge degli incontri al Cafè de Paris a Roma per organizzare eventi e riunioni in prossimità delle competizioni elettorali, cui parteciparono ‘’Francesco Morelli, Vincenzo Giglio, Giuseppe Chiaravalloti, vicepresidente dell’Autorita’ garante per la protezione dei dati personali e l’onorevole Antonio Buonfiglio. Nella indagine, ancorchè non indagati, risultano coinvolti in rapporti da chiarire anche noti esponenti della borghesia di Reggio Calabria come il professor Quattrone, primario di neurologia del Policlinico ‘Madonna della Consolazione'”.
Ancora più nel dettaglio Giulio Lampada, Leonardo Valle e Raffaele Ferminio avrebbero “ostacolato il libero esercizio del voto, in occasione di competizioni elettorali, facendo confluire preferenze su candidati a loro vicini, tra i quali Alberto Sarra, per le regionali in Calabria dell’aprile 2005, attualmente sottosegretario alle Riforme e semplificazione amministrativa; Giuseppe Adolfo Alati, nelle elezioni al Comune di Reggio Calabria del maggio 2007 e della Regione Calabria del maggio 2010; Antonio Oliverio, alle elezioni per il Comune di Milano del maggio 2006, assessore della Provincia di Milano agli Affari generali, turismo e moda fino al maggio 2009; Francesco Morelli per le regionali in Calabria del marzo 2010, attualmente consigliere regionale; Luigi Fedele, alle elezioni per la Regione Calabria del maggio 2010, attualmente consigliere regionale”.
Duro colpo alla tanto declamata zona grigia e a metterlo a segno è stata la DDA di Milano. Un prezzo altissimo per gli onesti che per l’autentica antimafia, invece di approfittarne, e che potrebbero sentirsi sempre più disincantati, sempre più delusi, oppure sempre più forti di quelle Istituzioni che dimostrano di resistere.
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