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Il Conte, il Papa e il Consorzio Sviluppo e legalità

Di Giuseppe Crapisi* il . Sicilia

Ci sono vicende legate alle mafie che sembrano storie surreali eppure sono la realtà. Venerdì, presso la Prefettura di Palermo, si è chiusa, positivamente, una di queste intrecciate vicende. Infatti, alla presenza del Ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, del Prefetto di Palermo Umberto Postiglione, il direttore dell’Agenzia nazionale dell’amministrazione dei beni confiscati e sequestrati alla criminalità organizzata, Prefetto Giuseppe Caruso, ha assegnato il Feudo di Verbumcaudo di Polizzi Generosa (PA), confiscato al boss Michele Greco detto  “il Papa”, alla Regione Siciliana, rappresentata dall’Assessore Regionale all’Economica Gaetano Armao. 
Si chiude così dopo quasi mezzo secolo il braccio di ferro tra mafia e Stato. Il tutto ha inizio con la morte del Conte Salvatore Tagliavia, armatore e già Sindaco di Palermo, che lasciò in eredità un patrimonio di un centinaio di miliardi di lire ai suoi pronipoti. Questi ultimi per via della loro giovane età e per l’inesperienza affidarono la gestione di quest’enorme patrimonio a Luigi Gioia, avvocato in vista e parente di uno degli eredi. E’ in questo momento che l’intreccio tra mafia e politica porterà parte dei beni in mano a Michele Greco e allo svuotamento delle tasche della famiglia Tagliavia. 
A spiegare la storia dalle sue origini è stato Roberto Tagliavia, figlio di uno dei pronipoti del conte, il quale, qualche mese fa a Corleone, durante la presentazione del suo libro “Mai più terra di silenzi” ha raccontato come l’avvocato Gioia approfittando della totale fiducia di cui godeva in famiglia e paventando debiti nell’asse ereditario, fece costituire la “Siciliana Alberghi e Turismo”, di cui divenne amministratore unico. Di questa società la famiglia Tagliavia deteneva solamente il 40%, mentre il resto era in mano ad altri tre soci. Con quest’operazione i proprietari legittimi del patrimonio miliardario diventarono minoranza e proprio quel patrimonio che fu dilapidato è oggi in liquidazione. In molti ci guadagnarono e tra questi la mafia. 
Ma com’entra Michele Greco in possesso del feudo di Verbumcaudo? 
Nel 1979 La Siciliana Alberghi e Turismo, attraverso un giro di assegni, cedette il feudo, che ha un’estensione di 150 ettari, a Michele Greco. 
Della questione si occupò a suo tempo anche Giovanni Falcone il quale riconobbe che la famiglia Tagliavia era stata privata dei suoi beni. 
In seguito il feudo, racconta sempre Roberto Tagliavia, fu assegnato all’arma dei Carabinieri, ma sostanzialmente restò in mano al sovrastante dei Greco fino a quando il Banco di Sicilia lo rivendicò poiché posto a garanzia di un prestito fatto ai Greco.  Il tutto si è sbloccato nei giorni nostri, grazie all’interesse della CGIL e in particolare del sindacalista Vincenzo Liarda, vittima di varie intimidazioni, il quale si è battuto affinché il bene fosse riutilizzato socialmente, e all’intervento dell’agenzia per i beni sequestrati che ha contrattato il debito e alla Regione Siciliana che si è impegnata a pagare circa 440 milioni di euro a Unicredit. 
Ma c’è qualcosa che va oltre la burocrazia e che rappresenta un salto in avanti per il lavoro fatto ormai da anni nel corleonese. La Regione Siciliana ha acquisito il bene nel patrimonio indisponibile, ma lo assegnerà al Consorzio sviluppo e legalità, nato tra 8 comuni che vanno da Corleone a Monreale. “Già oggi – afferma Salvatore Graffato, presidente del Consorzio Sviluppo e Legalità- assieme agli altri Sindaci del Consorzio abbiamo inoltrato alla Regione Siciliana la richiesta di un celere incontro per definire gli aspetti di dettaglio del rapporto che ci legherà nell’azione comune volta a reimmettere nel circuito dell’economia legale il feudo che è stato di Michele Greco”.
E’ la prima volta che il consorzio è assegnatario di un bene confiscato che non ricade negli 8 comuni che vi aderiscono. Tale scelta è il riconoscimento nazionale e regionale del lavoro svolto in questi anni nel territorio dal Consorzio Sviluppo e Legalità. “La decisione assunta oggi di affidare al Consorzio sviluppo e legalità la gestione del feudo di Verbumcaudo, confiscato a Greco Michele, ci onera certamente di un compito gravoso. 
Tuttavia responsabilmente metteremo al servizio della Repubblica l’esperienza maturata in questi anni nella gestione dei beni confiscati alle consorterie mafiose, affinché Verbumcaudo possa ritornare realmente e rapidamente nella disponibilità delle comunità locali. Garantiremo, in stretto raccordo con le altre istituzioni coinvolte, una gestione seria e trasparente, scevra da qualsiasi forma di condizionamento, e finalizzata a creare nuove opportunità occupazionali per i giovani del territorio”, queste le parole del Direttore del Consorzio Lucio Guarino.
Infatti, come già avviene nel corleonese, sarà costituita una cooperativa costituita da giovani del territorio che gestiranno questo bene.
Temporaneamente e per il primo anno stanno coltivando e seminando, mezzo feudo, le tre cooperative Lavoro e non solo, Pio La Torre e Placido Rizzotto.  Si semina il chicco di grano della nuova speranza.
* Antimafiaduemila.it

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