Ciotti e Pisapia, insieme per la legalità
A Milano e in Lombardia, da sempre, il principale elemento di debolezza nel contrasto alle mafie è stato rappresentato dalla mancata presa di coscienza di istituzioni e politica della gravità del fenomeno. Oggi però il vento sembra essere cambiato e quindi va salutato con ottimismo quanto è avvenuto lo scorso 25 novembre a Milano, perché è il segnale di una precisa volontà della nuova amministrazione comunale guidata da Giuliano Pisapia di assumere in toto la questione e trovare tutte le possibili sinergie per vincere una battaglia fondamentale per la democrazia.
Nel pomeriggio di venerdì, nella sala dell’orologio di Palazzo Marino, è stato sottoscritto un protocollo d’intesa tra il Comune di Milano e Libera: a firmare l’importante documento sono stati il sindaco di Milano Giuliano Pisapia e il presidente di Libera don Luigi Ciotti. Hanno siglato l’atto anche l’assessore alle politiche sociali Pierfrancesco Majorino e la referente milanese di Libera, Ilaria Ramoni. Milano è tra i primi grandi comuni del nostro Paese ad adottare una tale intesa. È un gesto dall’alta rilevanza politica ed amministrativa voluta per stringere ogni forma di collaborazione possibile tra l’amministrazione comunale e la rete di associazioni che Libera rappresenta anche nella città di Milano. Il protocollo ha durata triennale e punta, come si legge nelle premesse, a rafforzare “la piena affermazione e la quotidiana promozione dei valori della legalità, della solidarietà e della giustizia sociale”. I contenuti dell’intesa riguardano il miglior utilizzo dei beni confiscati alle mafie; la promozione dell’educazione alla legalità, alla responsabilità e alla cittadinanza attiva; la ricerca e la documentazione sui temi delle mafie. L’ottica è quella del rafforzamento del versante della prevenzione, a partire proprio dai percorsi formativi e d’impegno civili promossi da Libera, che il Comune di Milano intende valorizzare al meglio e mettere a sistema nell’intera città.
Il presidente di Libera Don Ciotti ha ricordato che la firma del protocollo con il Comune di Milano ha un significato importante, di senso e prospettiva: “La legalità non è un obiettivo, ma il punto di saldatura tra la responsabilità e la giustizia e noi abbiamo il dovere di ricordarlo ogni giorno, facendo in modo che la Costituzione, primo e vero testo antimafia che contiene le regole dell’essere cittadino, diventi cultura e costume”. Il sindaco Pisapia nel presentare alla stampa il protocollo ha ricordato il percorso fin qui condotto dalla nuova giunta: “la firma di questo protocollo è un segnale che, insieme al controllo degli appalti e alla nomina degli esperti sulla mafia, dimostra il nostro impegno” E ancora, ha dichiarato con decisione il primo cittadino: “Abbiamo costruito gli argini: la mafia non può più pensare di avvicinarsi a Milano, città Medaglia d’Oro della Resistenza”.
E proprio a ricordare la continuità di questo atto con gli impegni già presi è stato Nando dalla Chiesa, presidente onorario di Libera, ma intervenuto alla cerimonia in qualità di presidente del comitato di esperti antimafia voluto dal sindaco. Questo comitato, lo ricordiamo, è composto anche da Umberto Ambrosoli, Luca Beltrami Gadola, Maurizio Grigio e Giuliano Turone ed è chiamato ad affiancare con le sue competenze le scelte di sindaco, giunta e – quando sarà realizzata, anche se i tempi ormai si stanno allungando e immotivatamente – commissione comunale. “Una forte cultura sociale antimafia – ha sottolineato dalla Chiesa – è quella che il Comune di Milano dimostra attraverso il suo impegno nella lotta alla criminalità organizzata”. Un impegno che viene suggellato dalla firma del protocollo con Libera, con particolare attenzione alla gestione dei beni confiscati alle mafie che è, secondo dalla Chiesa, “un segno distintivo dell’attività dell’Amministrazione”.
Proprio il tema dei beni confiscati ed il loro riutilizzo a fini sociali e produttivi rappresenta il cuore dell’intesa. A Milano, secondo i dati dell’Agenzia nazionale, i beni immobili confiscati sono 188 mentre le aziende sono 94. L’assessore alle politiche sociali Pierfrancesco Majorino ha sottolineato la funzione strategica del protocollo d’intesa con Libera in questi termini: “Il dialogo con Libera è fondamentale, insieme abbiamo già organizzato la giornata di “porte aperte” dei beni confiscati alla mafia, lo scorso 5 novembre e replicheremo in primavera. I beni confiscati sono preziose risorse che vengono così messe a disposizione di chi opera a favore della legalità. Majorino ha ricordato che 90 beni sono già stati assegnati e 7 sono di prossima assegnazione.
L’impegno del coordinamento milanese di Libera su questo versante è stato ribadito dalla referente provinciale, l’avvocato Ilaria Ramoni: “Sempre più è necessaria un’antimafia del fare: i percorsi educativi, l’utilizzo dei beni confiscati, l’assistenza alle vittime e ai testimoni di giustizia sono gli ambiti che Libera Milano intende potenziare, per evitare che i risultati di magistratura e di forze dell’ordine nel contrasto alle mafie vadano dispersi”. Chiaro il riferimento alla recente sentenza che ha chiuso il primo troncone processuale dell’operazione “Infinito”, ma altrettanto significativo il richiamo all’assistenza alle vittime, con la recente notizia della sostituzione del presidente della corte del processo per l’omicidio della collaboratrice di giustizia Lea Garofalo. La nomina del giudice Filippo Grisolia al Ministero di Giustizia, infatti, rischia di far ricominciare il processo da capo, con il concreto rischio della scarcerazione degli imputati per decorrenza dei termini di custodia cautelare. Dopo i flash fotografici, le riprese e le interviste di rito, vi è stato un altro appuntamento importante per Libera Milano: il rinnovo delle cariche sociali.
Presso la sede delle ACLI milanesi, si è tenuta l’assemblea provinciale del coordinamento di Libera. All’importante appuntamento sono intervenuti il presidente nazionale Don Ciotti e il presidente onorario Nando dalla Chiesa. Il salone di via Clerici, pieno in ogni ordine di posti, ha visto la presenza dei rappresentanti delle associazioni milanesi e dei soci singoli. Tanti sono stati gli interventi delle associazioni – dalla Camera del Lavoro all’Arci, dalle Acli a Legambiente – e tutti accomunati dal desiderio di continuare insieme, nel solco dell’impegno tracciato in questi anni di lavoro comune. Dai percorsi nelle scuole all’impegno al tavolo con le università di Milano, dal 20 marzo 2010, con 150.000 presenze in Piazza Duomo per la giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime di mafie, al rapporto di collaborazione con la nuova amministrazione comunale di Milano: tutti elementi di valore che hanno sostanziato il lavoro di Libera Milano.
“Dopo tre anni di impegno del nostro coordinamento – ha dichiarato con soddisfazione l’avvocato Ramoni – i risultati positivi sono stati davvero tanti, non da ultimo la sempre maggiore presa di coscienza collettiva del problema mafie a Milano. Libera, insieme ad altri soggetti associativi e alle istituzioni locali, è pronta a rilanciare l’impegno sul versante della prevenzione dei fenomeni mafiosi, fermo restando che dobbiamo essere assolutamente grati alla magistratura per il lavoro svolto anche in questi anni”. Al termine degli interventi, si sono tenute le elezioni per la nomina del referente provinciale, vista la scadenza del mandato statutario: Ilaria Ramoni è stata confermata all’unanimità.
Ha chiuso i lavori don Luigi Ciotti che ha sottolineato la positività del cammino condott
o fin qui, ribadendo la fiducia nel lavoro svolto dalla referente e dal coordinamento di Milano e invitando tutti ad assumere maggiore responsabilità per fare di più e bene, perché questo è un momento difficile per il Paese, in cui mafie e illegalità rischiano di crescere in termini di affari e consensi.
o fin qui, ribadendo la fiducia nel lavoro svolto dalla referente e dal coordinamento di Milano e invitando tutti ad assumere maggiore responsabilità per fare di più e bene, perché questo è un momento difficile per il Paese, in cui mafie e illegalità rischiano di crescere in termini di affari e consensi.
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