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L’aliquota personale congrua

Di Rocco Artifoni il . L'analisi

Patrimoniale sì, patrimoniale no. Da qualche settimana si discute di imposta patrimoniale, ma è difficile capire che cosa il Governo e la nuova maggioranza intendano fare concretamente.  Da una parte c’è chi è contrario per principio ad ogni forma di tassazione dei patrimoni e dei risparmi: per coerenza dovrebbe essere contrario anche all’ICI o all’IMU. Dall’altra chi è favorevole ad un’imposta patrimoniale dovrebbe spiegare perché si chiedono sacrifici anche a chi finora ha pagato le tasse onestamente. Detto in altre parole: come si può distinguere l’evasore fiscale, che ha accumulato un patrimonio proprio perché non ha pagato le tasse dovute, da chi ha onestamente risparmiato pagando le tasse su ogni euro di reddito?

La Ficiesse (Associazione finanzieri cittadini e solidarietà) e il Comitato Art. 52 “militari tra la gente” hanno elaborato un’interessante proposta , chiedendo al Governo Monti di introdurre per ogni contribuente una “aliquota personale congrua”. ù

Ecco di cosa si tratta: l’Agenzia delle Entrate potrebbe e dovrebbe mettere a confronto i redditi dichiarati di ogni cittadino negli ultimi 10/20 anni con il patrimonio (mobiliare e immobiliare) posseduto, ovviamente tenendo conto delle successioni ereditarie. Da questa correlazione si può facilmente ricavare la percentuale di congruità tra ciò che si è dichiarato di guadagnare e ciò che effettivamente si possiede. I contribuenti onesti risulteranno congrui a questa verifica e saranno esentati  da ulteriori imposizioni fiscali. Gli evasori invece avranno un tasso di incongruità che sarà più elevato tanto più disporranno di patrimoni “ingiustificati”.

Adottando questo metodo l’eventuale patrimoniale sarà equa, perché chiederà a ciascun cittadino di contribuire in modo molto diverso in base alla fedeltà fiscale dimostrata fino ad oggi. Insomma, un modo per far pagare chi evidentemente finora non ha pagato o non ha contribuito in modo adeguato. Secondo i promotori questa proposta è di facile applicazione perché il fisco ha già a disposizione i dati relativi ai redditi di ciascuno. “Ciò permetterebbe – scrivono gli estensori della proposta –, specialmente in un momento in cui è fondamentale recuperare equità, solidarietà e coesione sociale, di dare attuazione al principio di progressività e di capacità contributiva sancito dall’articolo 53 della Costituzione”.

È il caso di ricordare che secondo i dati di Istat e Ufficio Studi Agenzia delle Entrate, per alcune categorie di contribuenti, il tasso di evasione è pari niente meno che all’80% del reddito totale prodotto. Questa è una situazione intollerabile, che va sanzionata e fermata. La patrimoniale, anziché costituire uno spauracchio per tutti, potrebbe diventare uno strumento efficace di equità fiscale, di lotta all’evasione e di contrasto al debito pubblico.

È interessante che una proposta di questa natura venga da cittadini delle forze dell’ordine e della difesa, mentre economisti e politici sono impegnati in confronti spesso ideologici. Speriamo che l’attuale Governo “tecnico” sappia considerare favorevolmente questa iniziativa, che probabilmente deve essere affinata (per esempio relativamente ai patrimoni all’estero e a quelli delle società), ma che è valida nell’impostazione. Con una annotazione sul “dopo” l’eventuale patrimoniale, che di fatto andrebbe a “sanare” il passato. Per il futuro occorre mettere mano ad una riforma seria del sistema di deduzioni, che è il modo più diretto per stroncare l’evasione, anche perché troverebbe l’interesse e il consenso di tutti consumatori. Altre proposte, come ad esempio l’eliminazione del contante, sono più complicate da realizzare e troverebbero qualche resistenza in non pochi cittadini.

Inoltre, bisognerebbe eliminare tutte le tassazioni separate e forfetarie, perché non hanno alcuna giustificazione e sono in contrasto con il criterio della progressività costituzionale. Molti hanno pagato meno tasse perché lo Stato l’ha consentito. Se tutti i redditi (da lavoro, da capitale, da immobili, ecc.) fossero cumulati, ciascuno pagherebbe in relazione alle entrate effettive.

Infine, bisognerebbe aumentare gli scaglioni e le aliquote Irpef/Ise, perché più si differenzia, più si fa giustizia sociale. Chi guadagna di più, può contribuire di più. A quel punto le patrimoniali diventeranno strumenti obsoleti e inutili.
Nel frattempo – per cominciare – l’aliquota personale congrua sarebbe una buona soluzione.

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