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Delitto Lea Garofalo, il processo è da rifare

Di Marika Demaria il . Lombardia

Il  primo dicembre si conoscerà il futuro del processo Lea Garofalo, la testimone di giustizia la cui sparizione è avvenuta esattamente due anni fa a Milano. Era infatti la notte tra il 24 e il 25 novembre 2009 quando la donna, 37 anni originaria di Petilia Policastro, venne rapita e poi uccisa. Sei gli imputati accusati, a vario titolo, del sequestro, omicidio e scioglimento nell’acido del cadavere, tra i quali spicca il nome di Carlo Cosco, compagno della donna e padre della loro unica figliam Denise. Una ragazza forte, coraggiosa, che il 21 settembre e il 14 ottobre, chiusa nel suo cappuccio e nascosta dietro un paravento, con determinazione e voce ferma ha ripercorso tutta la sua vita, con dovizia di particolari legati ai giorni che hanno preceduto la sparizione della madre.

Per Denise Cosco si è trattata di una deposizione sofferta, delicata, ma che lei ha sentito di dover rilasciare affinché la madre possa avere giustizia. Perché per la giovane non ci sono dubbi: è suo padre la mente e il braccio di quel tragico fatto di cronaca, troppo presto dimenticato dai media. Adesso però Denise è chiamata a rivivere l’esperienza fatta presso la Corte d’Assise d’Appello del Tribunale di Milano: il relativo Presidente, Filippo Grisolia, è infatti stato nominato capo di Gabinetto del nuovo ministro della Giustizia, e dunque dovrà abbandonare il suo incarico. In questo caso la Corte deve essere rivista e i difensori degli imputati hanno facoltà di scegliere se il processo può proseguire o se bisogna ricominciare daccapo. Facile intuire la scelta, considerato anche che il 28 luglio 2012 scadranno i termini di custodia cautelare e quindi, se la Corte non avrà pronunciato la sentenza di primo grado, gli imputati saranno rimessi in libertà fino all’eventuale condanna.

Su un articolo de “La Stampa” il ministro Severino oggi ha commentato che si tratta di “una vicenda bruttissima” e che comunque il neo capo di Gabinetto è una persona molto “professionale, scrupolosa e seria. Da parte sua non ci sono state leggerezze nell’abbandonare i processi in corso, anzi. Sicuramente ha valutato ogni singolo caso – compreso il processo Garofalo – con la speranza che la difesa acconsentisse a riprendere da dove ci si era interrotti”. Ma di fatto il rischio che questo processo debba rifarsi o venga rallentato c’è. La stampa nazionale ha dato spazio, dopo alcuni mesi di silenzio, a questa notizia che ieri è stata confermata in aula.

Il primo dicembre  la Corte avrà un nuovo Presidente e renderà noto il calendario delle prossime udienze. Secondo la letteratura forense, il pubblico ministero dovrà riconvocare tutti i teste finora ascoltati, ai quali sarà chiesto di confermare quanto dichiarato nel corso delle precedenti udienze; agli avvocati difensori sarà data la possibilità di interrogare i teste limitatamente a nuovi elementi che potrebbero emergere. Tutto si dovrebbe risolvere con poche domande. Sempre troppe per Denise Cosco.

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