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Le mani sulla discarica

Di Norma Ferrara il . Campania

La trasmissione d’approfondimento di Rainews24, “L’inchiesta”, a cura di Maurizio Torrealta torna a parlare di criminalità organizzata con un servizio realizzato dai giornalisti, NelloTrocchia e Giorgio Mottola. E lo fa apartire dalla questione, ancora tutta aperta e oggetto di indagine, dello smaltimento dei rifiuti. «Siamo tornati in Campania – dichiara il giornalista Nello Trocchia – perché ci siamo posti una domanda: che fine ha fatto il progetto di smaltimento di rifiuti, dopo il periodo di massima emergenza? Abbiamo scelto il caso della discarica di Chiaiano come occasione per provare a dare una prima risposta». E lo scenario che viene fuori dall’inchiesta “L’inspiegabile preveggenza dei Casalesi per gli appalti” è dei più inquietanti. I fatti di cui si sono occupati i due giornalisti risalgono al 2009 e arrivano sino ad oggi: proprio di questi giorni la notizia che la provincia di Napoli ha deciso di chiudere questa discarica. 

L’inchiesta parte dalla frase che in diretta tv, nella trasmissione di Santoro “Annozero” il sottosegretario all’interno Alfredo Mantovano disse nei giorni difficili delle proteste dei cittadini contro l’apertura della discarica: «La camorra in questo momento aspetta, se va a finire male per lo Stato, sarà pronta con i propri camion a portare i rifiuti anche tossici». Era il giugno 2008 e Mantovano chiedeva ai cittadini di collaborare, rassicurandoli sull’operato dello Stato, senza sapere che le ditte, ritenute vicine ai clan, si stavano già organizzando per la gestione della discarica e ben prima dell’assegnazione dell’appalto si dicevano certe dell’aggiudicazione.
Questi elementi, inquietanti, emergono dalle intercettazioni telefoniche contenute nell’inchiesta deimagistrati, partita dall’ indagine del Noe di Napoli. «Già certi di ottenere l’appalto per la discarica di Chiaiano – continua Trocchia – i clan parlavano di spartizioni e di subappalti e delle particelle dell’area che sarebbero state destinate alla discarica e di quelle, invece, dove sarebbero sortigli uffici. In una intercettazione la ditta  che avrebbe vinto l’appalto, la Ibiidroimpianti sottolineava che Chiaiano sarebbe stata gestita da loro». Dietro il business di questi allargamenti,  attraverso buchi, continuano ad esserci i Casalesi e i Mallardo. E questo, nonostante le rassicurazioni della politica. Durante l’inchiesta di Trocchia e Mottola sono tante le domande che rimangono senza risposta e molte riguardano le dinamiche della gara di appalto: nessuna testimonianza ha chiarito quei passaggi delicati che hanno consentito alla camorra di entrare in questo business, proprio sotto il naso della protezione civile, dell’esercito e delle istituzioni che erano lì per garantire il rispetto della legge. E infine una testimonianza, caduta nel vuoto. I due autori dell’inchiesta mettono  mano a documenti, atti di processi eanche all’audizione in Commissione ecomafie del comandante dei carabinieri che ha condotto queste indagini.
«Mentre racconta dell’inchiesta – prosegue Trocchia – il comandante dice chiaramente che c’è stato un vuoto nelle indagini e che – ad uncerto punto – non si è riusciti a fare chiarezza. E poi aggiunge: l’inchiesta è stata tolta, dopo ho avuto l’impressione che gli appalti siano stati divisia tavolino. Una dichiarazione come questa – precisa Trocchia – avrebbe dovuto richiedere una contro-domanda (chi ha tolto l’inchiesta, chi non ha permesso di accertare i fatti?) e subito un approfondimento. E invece tutto è rimasto avvolto dal silenzio». In nome di una emergenza rifiuti, nonostante le garanzie della presenza dello Stato, la camorra ha messo le mani sulla discarica di Chiaiano. «Per risolvere l’emergenza rifiuti si è chiuso un occhio ma – conclude Trocchia – vista lo scarso materiale utilizzato per la discarica, chi pagherà i danni di questo ennesimo danno alla salute dei cittadini e la violazione della legge».

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